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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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tua casa? Niente poté piegare il disegno del tuo<br />

animo crudele? Tenerezza non ti mosse a compassione<br />

di me, cuore spietato?…”» (trad. di T.<br />

Rizzo, in CATULLO, Le poesie, a cura di T. Rizzo,<br />

Roma 1983, 104-105).<br />

27. C. MARChESI, Disegno storico della letteratura<br />

latina, cit. 95.<br />

28) Alcuni critici negano l’unità di questa elegia<br />

e ritengono che essa sia costituita da due Carmi<br />

distinti: un primo, costituito dai versi 1-40, un<br />

secondo, dai versi 41-160. Argomenti fondamentali<br />

addotti a sostegno della loro tesi sono soprattutto<br />

due: il fatto che nella prima parte il nome che<br />

cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 51<br />

impervi monti del paese, in preda al furore dell’agitazione religiosa, in un accesso<br />

di follia, compie su se stesso il terribile ed estremo atto di devozione alla dea<br />

che lo domina: l’evirazione. Poi, tornato in sé, Attis rimpiange la perduta giovinezza<br />

e cede alla nostalgia della patria lontana: ora dovrà restare per sempre<br />

tra le nevi eterne dell’Ida, al servizio dell’irresistibile, potentissima dea, diventata<br />

sua padrona.<br />

Nella tristezza e nel lamento di Attis è riconoscibile, invero, la voce stessa<br />

del poeta, che, con lui, rimpiange l’adolescenza svanita e l’innocenza perduta,<br />

mentre nelle descrizioni delle desolate e aspre contrade della Frigia, torna invece<br />

il ricordo della recente esperienza del suo viaggio in Bitinia: sono, questi, motivi,<br />

sentimenti ed esperienze catulliane che, suggestivamente, all’improvviso penetrano,<br />

si nascondono e fondono nel contenuto intimo dell’argomento mitologico.<br />

Gusto dell’esotico, intensa tragicità di sentimento religioso, finezza di analisi psicologica,<br />

eleganza ed efficacia stilistica: tutto questo è il poemetto Attis.<br />

Carme LXIV (Epillio: il mito delle nozze di Peleo e Teti)<br />

(excursus: il mito di Arianna abbandonata)<br />

Il Carme LXIV è un epillio di argomento mitologico costituito da 408 versi<br />

esametri. È il più lungo componimento poetico di Catullo. In esso è il racconto<br />

delle nozze di Peleo e Teti, dalla cui unione sarebbe poi nato Achille. La parte<br />

centrale dell’epillio, tuttavia, contiene il mito di Arianna abbandonata: un excursus<br />

poetico, inserito nel soggetto principale secondo la tecnica alessandrina dell’intarsio.<br />

È il giorno delle nozze tra Peleo, re della Tessaglia, e Teti, la più bella<br />

delle Nereidi. La reggia opulenta è pronta alla cerimonia nuziale e, risplendendo<br />

di tutto il suo sfarzo regale, s’affolla di gente festante. Al centro della reggia e<br />

delle attenzioni della folla, è il letto nuziale della dea, ornato di avorio indiano,<br />

con sopra una splendida coperta di porpora. Questa coltre è istoriata, con arte<br />

finissima, d’antiche gesta d’eroi. Tra esse, un posto di rilievo occupa la vicenda<br />

d’amore di Teseo ed Arianna. La fanciulla è ritratta nel momento in cui, sgomenta,<br />

scruta il lido dell’isola Dia e assiste, impotente, alla fuga del suo Teseo<br />

sulla nave veloce: una terribile angoscia devasta il cuore della fanciulla tradita 26.<br />

Ma, per sua fortuna, a restituirla alla gioia dell’amore, presto provvederà consolatore<br />

il bellissimo dio Bacco, che giungerà nell’isola col suo corteo festante, per<br />

prendere Arianna e renderla sua sposa felice. Il mito di Arianna occupa i versi 50-<br />

264. Concluso questo racconto, il poeta riprende la descrizione delle nozze di<br />

Peleo e Teti. La gioventù tèssala, dopo aver ammirato la splendida coltre istoriata,<br />

lascia il palazzo. Giungono poi dall’Olimpo tutti gli dèi e si dispongono a tavola,<br />

vi ricorre è Manlio, mentre nella seconda vi figura<br />

quello di Allio ed il fatto che, inoltre, nella prima<br />

parte il poeta afferma di non poter accontentare<br />

l’amico in ciò che gli chiede (recusatio), mentre<br />

poi, in realtà, nella seconda parte l’accontenta,<br />

componendo una lirica nuova, ispirata al mito di<br />

Protesilao e Laodamìa. I critici più recenti sostengono<br />

l’unità del Carme. Anche i manoscritti riportano<br />

il LXVIII come Carme unitario. Noi siamo per<br />

la tesi unitaria e riteniamo il Carme un capolavoro,<br />

riconoscendo ad esso originalità e validità singolari,<br />

anche in ragione della sua particolare, complessa<br />

ed efficacissima struttura compositiva.

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