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Origini del teatro in Italia, studj sulle sacre rappresentazioni seguiti ...

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108 LE DONNE NELLA SACRA RAPPRESENTAZIONE.<br />

— Chi è questo marito? io vo've<strong>del</strong>lo. —<br />

— È un Signor che l' universo vede ;<br />

Tomaso architettore me 1' ha mostro. —<br />

— Si, qualche fratacchione <strong>in</strong> cella o <strong>in</strong> chiostro.<br />

In questo punto al Re vo' farlo chiaro,<br />

Che pure muterai costumi o legge. —<br />

— Ad ogni cosa Dio sa por riparo;<br />

E' morì anco lui per la sua gregge. —<br />

— Guarda chi mi to' il capo, viso amaro!<br />

Voi siete tutte monne scoccoveggie. —<br />

Sarà certo difetto d' arte nell' Autore , se il marito non<br />

sente qui di avere tutto il torto, e se giustamente s'<strong>in</strong>ge-<br />

losisce di questo sposo e Signore ignoto, che gli è stato so-<br />

stituito dalla moglie. Ei va dunque dal Re, lo persuade di<br />

mandare a Migdonia la Reg<strong>in</strong>a che le è sorella , perchè<br />

cerchi smuoverla dal sùbito proposito. Ella accetta questo<br />

<strong>in</strong>carico volentieri:<br />

Io son parata ad ogni obedienzia ;<br />

Quel che piace al marito è sempre onesto,<br />

E vizio è grande a fargli resistenzia.<br />

Per natura ogni donna ha sempre questo<br />

Come foglia mutare sua sentenzia.<br />

E arrivata alla sorella, segue fra loro questo dialogo:<br />

— Buon di, sorella mia: che vuol dire?<br />

Carisio, sposo tuo, molto si duole<br />

Se dove dorme lui, non vuoi dormire;<br />

Onesta donna far questo non suole. —<br />

— Vuoisi, sorella, <strong>in</strong> prima il vero udire,<br />

Che r uom prudente non crede a parole;<br />

Mutare il male e convertirlo <strong>in</strong> bene.<br />

Ogni gran regno, madonna, mantiene.<br />

Io mi son da un uom vile e terreno<br />

Partita, e preso i' ho Sposo più degno;<br />

Questo per tempo alcun mai verrà meno,<br />

E sempre eterno fia suo nobil regno:<br />

El suo giocondo stato è tanto ameno,<br />

Che a contemplarlo sol manca ogni <strong>in</strong>gegno,<br />

Sentice nacque cieca, e oggi vede<br />

Sol per virtù <strong>del</strong>la sua santa fede. —<br />

,

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