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Origini del teatro in Italia, studj sulle sacre rappresentazioni seguiti ...

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RISORGIMÉNTO DELLE EORME CLASSICHE. 211<br />

che Ogni lettera substenìa c<strong>in</strong>que torcie, et diceano: Leo<br />

Pon. Maximus, sopragiunse il Nuncio <strong>in</strong> scena, et recitò<br />

l'argumento.... et bischizò sopra il titolo <strong>del</strong>la Comedia,<br />

che è àe Suppositi, di tal modo che 'l Papa ne rise gagliardamente<br />

con li astanti, et per quanto <strong>in</strong>tendo se ne scan-<br />

dalizorno Francesi alquanto sopra quelli Suppositi. * Si re-<br />

citò la Comedia, et fu molto bene pronuntiata, et per ogni<br />

acto se li <strong>in</strong>termediò una musica di pifari, di cornamusi,<br />

di due cornetti, di viole et lenti, <strong>del</strong>l'organetto che è<br />

tanto variato di voce, che donò al Papa Monsignore Il-<br />

lustrissimo di bona memoria, et <strong>in</strong>sieme vi era un flau-<br />

to , et una voce che molto bene si commendò : vi fu anche<br />

un concerto di voci <strong>in</strong> musica, che non comparse per mio<br />

juditio cosi bene come le altre musiche. L'ultimo <strong>in</strong>termedio<br />

fu la moresca, che si rappresentò la favola di Gorgon,<br />

et fu assai bella ». All'onesto Diplomatico e a Monsignor<br />

Lanfranco Sp<strong>in</strong>ola, nunzio di madama Margherita, parve<br />

sconveniente tuttavia « che alla presentia di tanta Maestà<br />

si recitassero parole che non fossero oneste ; et <strong>in</strong>vero <strong>in</strong><br />

quel pr<strong>in</strong>cipio gli sono alcune parole reumatico ». Ma poi<br />

ben altro Spettacolo fu quello <strong>del</strong>la sera appresso che po-<br />

trebbe <strong>in</strong>titolarsi: / capricci di Papa Leone ^ e lo lasciamo<br />

descrivere al Paolucci : « La sera <strong>in</strong>tendo si recitò una certa<br />

Comedia di un Frate, il quale avea fatto uno arboro de....<br />

et per non essere successa a molta satisfazione, il Papa <strong>in</strong><br />

cambio di moresca, fece balzar questo buon Frate sopra<br />

una coltre , et détte una gran panciata sopra el tavolato<br />

* Si potrebbe credere che papa Leone degnasse <strong>del</strong> suo santis-<br />

simo riso r allusione che nel Prologo è fatta alle figure lascive o<br />

supposizio7ii di Elefantide, che poi r<strong>in</strong>novate si Sono ai dì nostri <strong>in</strong><br />

Roma santa, e fattesi In carte belle, più, che oneste , imprimere Acciò<br />

che tutto il mondo n' abbia copia. L' epiteto di santa dato dall' Ario-<br />

sto ironicamente a Roma, doveva certo far ridere papa Leone più<br />

che ogni altro; ma che si alludesse alle famose pitture di Giulio,<br />

<strong>in</strong>tagliate da Marcantonio Raimondi e illustrate da Pietro Aret<strong>in</strong>o<br />

non direi, se è vero che ciò accadesse ai dì di Clemente: qu<strong>in</strong>di è<br />

da concludere o che il Prologo recitato <strong>in</strong>nanzi a Leone sia diverso<br />

dallo stampato , o che la notizia comune sopra il tempo<br />

<strong>del</strong>le stampe oscene sia erronea.<br />

,

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