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«Eh già!» fece lei sorseggiando il suo té. «In fondo ha avuto ciò che<br />
meritava.»<br />
«Non lo conoscevo di persona.» commentò Nathan alzandosi. Era ora<br />
di andare.<br />
«Grazie, Maud. La torta era buonissima. Solo una cosa, ancora.»<br />
«Dimmi pure, piccolo Morris.»<br />
«Chi o cosa sono i Vicini? Ne sai qualche cosa, tu?» Dall’ombra che<br />
era scesa sugli occhi blu della vecchia signora, Nathan comprese che era<br />
un sì.<br />
Ella faticò a nascondere un certo nervosismo e si torse le mani nodose<br />
come radici essiccate. Infine parlò.<br />
«Li chiamano i Buoni Vicini. Sono esseri antichi.»<br />
Nathan pendeva dalle sue labbra pallide. Il respiro usciva tremante<br />
dalle narici, gli occhi erano finestre spalancate su Maud.<br />
«Creature partecipi della vita segreta della terra, vivono nei boschi,<br />
nelle buche profonde, sotto gli alberi. Le loro regole non sono le stesse<br />
degli uomini. Vivono in una realtà staccata dalla nostra, ma ci osservano<br />
e scrutano ogni nostra azione quando ci troviamo nei luoghi di loro<br />
spettanza.»<br />
«E quali sono questi luoghi?» chiese di getto.<br />
Lei scrollò le spalle e scosse lieve la testa bianca.<br />
«I boschi. I ruscelli. Le pianure collinose della brughiera. I laghi» rispose<br />
chiudendo gli occhi, come a considerare chiuso l’argomento.<br />
«Ma allora esistono davvero, eh, Maud? E sono malvagi?» Il suo cuore<br />
era un grumo di battiti.<br />
«Malvagi. Sì» confermò lei, la voce dura come una pietra. «Malvagi,<br />
egoisti e crudeli esseri che non dovrebbero mai impicciarsi dei fatti degli<br />
uomini», aggiunse, «naturalmente vale anche il contrario, Nathan, ma in<br />
certi luoghi i confini tra queste due realtà sono molto sottili.»<br />
Tacquero a lungo, infine lui si mosse verso l’uscio ad arco che conduceva<br />
in giardino.<br />
«Grazie di tutto, Rosie Maud.»<br />
«Mio caro, sono io a doverti ringraziare per avere trascorso un po’ del<br />
tuo tempo in compagnia di una vecchia annerita dal tempo come me.»<br />
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