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Le domande della polizia erano state una tortura peggiore dell’assedio<br />
dei medici del primo soccorso. Non aveva visto nulla e nessuno. Non<br />
sapeva chi o cosa l’avesse aggredito con tanta rabbia, era stato chiaro.<br />
Eppure il commissario aveva insistito fino a farlo infuriare. Poi era intervenuto<br />
suo padre e avevano parlato di come il referto medico avrebbe<br />
aiutato le forze dell’ordine a capire con quale arma o artiglio o dente il<br />
giovane fosse stato ferito. Non potevano lasciarsi scappare l’opportunità<br />
di fare luce sul mistero di tutti i misteri. Tutta Whisperwood fremeva in<br />
attesa delle sue confessioni. La città intera pendeva dalle sue labbra e lui<br />
aveva il dovere di parlare. Raccontare. Dire cos’era stato. Già: ma cosa<br />
era stato?<br />
Lui era sopravvissuto alla notte e tutto quello che ricordava era la<br />
violenza inaudita di piccoli animali selvatici che puzzavano di cose vecchie<br />
e marce. E Lola. Non poteva dire di lei. Non si sarebbe mai perdonato<br />
il fatto di averla tradita. Le aveva detto che avrebbe scordato tutto, ma<br />
così non era stato. Dunque lei era vera e non voleva essere dimenticata.<br />
Lola! Nathan scosse la testa e i capelli, lavati e profumati, gli scivolarono<br />
lungo le guance. Una giornata lunga e difficile.<br />
Il vero interrogatorio aveva avuto inizio in macchina, quando lui e<br />
suo padre si erano trovati soli. E all’interrogatorio era seguita la predica,<br />
la più lunga e insopportabile che avesse mai subito in vita sua.<br />
«Io devo sapere perché ti sei comportato da perfetto incosciente.<br />
Devo capire che cosa ti è passato per la testa quando hai scavalcato il<br />
davanzale e sei uscito di casa, sapendo<br />
molto bene che cosa ti aspettava. Credevi forse che fossero favole?<br />
Ti rendi conto di come sarei stato io se tu fossi morto? Ti rendi conto che<br />
avrebbero potuto lasciarti a pezzi sull’asfalto?»<br />
Certo che si rendeva conto. Era suo il corpo ferito. Aveva fatto di<br />
no con la testa e aveva provato a sussurrare un “ma non è successo” e<br />
per tutta risposta si era beccato un’altra raffica di domande. Ma lui aveva<br />
mantenuto quella studiata aria da cane bastonato e gli occhi fissi davanti<br />
a sé, a guardare le gocce di pioggia che scivolavano sul parabrezza. Ogni<br />
singola goccia formava un rivolo che filava via, spinto dal vento e dalla<br />
velocità.<br />
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