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Frankye, il suicida, spiegava che non gli era più possibile convivere con il peso di segreti inconfessabili. Con l’accenno di un sorriso, Padre Abel fece per chiudere la finestra, e fu allora che una voce dal buio profondo della stanza lo gettò nel panico. «Buonasera, Abel.» «Chi siete?» chiese, il punteruolo stretto tra le dita; la luce della luna penetrava dai vetri aperti, senza raggiungere la persona misteriosa che si muoveva in fondo alla stanza. «Fatevi vedere e parliamo» insistette Padre Abel con la voce incrinata. «Sono qui apposta, il mio ruolo in questa piccola città è quello di ascoltare e perdonare segreti ignominiosi. Non c’è bisogno di penetrare di nascosto in casa mia, per avvalersi del mio sostegno. Avanti, parlate.» Un lungo silenzio coprì le sue parole. «E chi ascolterà i vostri segreti ignominiosi, Abel? E chi perdonerà voi?» chiese la voce dal buio profondo. «Chi siete?» il Pastore si piantò bene sulle gambe, pronto a uccidere, se fosse stato necessario. «Uscite e fatevi vedere! Non amo queste vigliaccherie.» In risposta giunse un respiro rauco e un fruscio come di pesanti e voluminosi abiti. Dopo una manciata di secondi che al Padre parvero secoli, l’ombra, staccatasi dal buio, scattò in avanti con una voce terribile. «Davvero, non mi conosci?» Padre Abel lanciò un urlo. Il suo corpo fu scosso da un tremito violentissimo. Davanti a lui c’era una creatura che lo superava in altezza, mostruosa, con due enormi ali spalancate su una schiena da uccello e lunghe zampe a tre dita che graffiavano le assi del pavimento. «Guardatemi», sibilò la donna-corvo, «guardatemi, Abel!» Il volto, umano, fu l’ultimo a uscire dalle tenebre. Padre Abel aprì la bocca, ma non un suono gli uscì dalla gola. Il punteruolo gli cadde di mano, mentre lui si stringeva il petto con le dita adunche. Senza riuscire a staccare gli occhi dalla creatura grottesca che incombeva su di lui, il Pastore indietreggiò di qualche passo e quella spalancò la bocca ed emise un grido insopportabile per metà animale e per metà umano. 170
«Che voi e i Morris siate maledetti per sempre!» Padre Abel si piegò su sé stesso gemendo, il volto distorto in un’espressione terrificata. Barcollò all’indietro, si afflosciò disperatamente sul davanzale e il peso del suo stesso corpo lo trascinò giù, sul selciato del cortile, dove rimase immobile circondato da una pozza scura. 171
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La bambina senza cuore Emanuela Val
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Credo sia riduttivo elogiare questo
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Whisperwood, 16 febbraio 1890 prolo
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E che bell’esempio, il nostro Pas
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ombre Sei come un poeta nascosto en
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17 febbraio 1890 pettegolezzi 17 Oh
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la ragazzina… era…» la donna r
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Le mani strette attorno al volante,
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sperduta regione. Il tasso di natal
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in potenziale, bisogna muoversi. St
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di un brutto scherzo.” La sera in
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19 febbraio 1890 la pena di frankye
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«Ecco, guarda» sua madre era torn
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velato che un uomo non vorrebbe ved
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e muschio con voci di fantasmi. Ser
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Voltandosi di scatto Nathan distins
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il cuore in gola. Col fiato rotto d
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sé stesso, trasalendo a ogni minim
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si trovavano franò, schiacciata da
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era noto per essere maledetto. Ness
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«Non voglio dimenticare. Non vogli
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i suoi dubbi: tutto ammutolì in lu
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Battendo le mani lo inseguì fino a
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«Qui c’è scritto che sono la fi
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Nessuno noterà che si è rotta. St
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gonfio e rosso. Intorno a lui un nu
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Le domande della polizia erano stat
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Nathan aveva sentito una strana emo
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Tra poco avrebbe dovuto parlarne an
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la sera come in ogni altro luogo al
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William lo tirò per un braccio e l
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la poesia. I suoi occhi del colore
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mister bleavins Emetto il mio grido
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i quali si stendevano miglia e migl
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di strati di foglie marce li accols
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prossimo? Mai più forse?» «Cosa?
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« Mister un remoto dolore O voi ch
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achitiche braccia di rami, per tocc
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itraeva una bambina. Lui credette d
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La sua pelle era squarciata, ma non
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in brache di fustagno. Dall’altra
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cercare di sembrare il più normale
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Uno dei tizi che volevano fare del
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Voi, che come mi conferma la sua pr
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ci sia lì dentro per salvarmi?»
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Qualcosa ostruì la visuale: il vec
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Che combini? Non ti starai nerdizza
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di indossare la maglia. Si ritrovò
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e occhi a forma di stella. «È il
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«Eh già!» fece lei sorseggiando
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solitudine Morte verrà quando sara
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quando Lola emerse dalla fossa, e u
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il cuore Avvolgi la tua forma in un
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l’ammasso grumoso e lo posò tra
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31 ottobre 1990 spine infette Ti pr
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conosciuta. Era Lola. Stava in pied
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abisso Cos’è un fantasma? Un eve
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a preparare la cena. Un’ultima ce
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equiem Non c’è nulla che spavent
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padre, verso Lola, verso sé stesso
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la fine di un mondo Due cose riempi
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solo un morris rimane Ohimè! O vit
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con lui, ma per riavere indietro il
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«È tardi!» gridò Nathan con una
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La simbologia che troverete nel tes
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270 ringraziamenti Sono molto soddi
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l’autrice Emanuela Valentini vive
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Un nuovo modo di leggere Gli SL Boo
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