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spuntavano tozze ali di pipistrello, simili a fastidiosi bernoccoli. Subito<br />

dietro di lui apparve Lola.<br />

«Non spaventarlo, mio Rufus» disse, rivolta al cane di pietra.<br />

Obbediente, il gargoyle arretrò di un passo, senza smettere di fissare<br />

Nathan coi piccoli occhi vuoti.<br />

«C’è davvero qualcuno, allordunque. Sei vivo o morto, di grazia?»<br />

Lo osservava con curiosità. Non sembrava turbata. Non quanto lui,<br />

certo.<br />

«Fino a prova contraria sono vivo» dichiarò Nathan non del tutto<br />

convinto della sua stessa affermazione e s’accorse, suo malgrado, di sorridere.<br />

Non era certo di essere vivo dopo tutto quello che aveva passato.<br />

D’altra parte gli erano capitate una serie di situazioni lungi dall’essere<br />

considerate normali. Probabile che fosse stato ucciso dal grande volatile<br />

nero sulla strada di casa e che si trovasse ora alle prese con la sua nuova<br />

vita, oltre la vita. In fin dei conti era in un cimitero. Un vecchio luogo di<br />

sepoltura sconsacrato. Abbandonato. Tetro e ricoperto di rovi.<br />

Qualcosa in lui si rimescolò. Un senso di dignità, come mai prima<br />

di allora, gli crebbe nel petto. Morire era stato semplice. E se morto non<br />

era, allora era un guerriero. Era un sopravvissuto. Si tirò indietro i capelli;<br />

dopo tutto di cosa doveva avere paura? Quella che aveva di fronte<br />

era solo una ragazzina, una della sua età che amava i cimiteri di notte.<br />

Tutto qui. E sì che era bella. Aveva grandi occhi verdi, lineamenti gentili<br />

e la pelle bianca risplendeva sotto la luna come una perla bagnata di<br />

pioggia. Indossava un semplice scamiciato nero e delle scarpette scure<br />

consunte. Quello che di lei maggiormente gli piacque fu l’aria di trasognato<br />

distacco. Una cornice urticante la separava dal resto del mondo,<br />

quasi tangibile, difficile da descrivere ma reale.<br />

Lola sembrava una qualche principessa bizzarra, venuta da un altro<br />

mondo. Da un mondo buio e romantico. L’amica dei fantasmi. La fanciulla<br />

del cimitero.<br />

«Non hai freddo, tu?» le chiese sollevando un poco il mento. Le mani<br />

in tasca, il peso sulla gamba buona.<br />

«No. È una sensazione che ho del tutto obliato» rispose lei alzando<br />

le spalle. In quel momento una parte della collinetta fangosa sulla quale<br />

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