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gran bene» disse lui.<br />

«Oh sì. Egli possedeva uno spirito intelligente e profondo. Era sensibile.<br />

Energico, quando occorreva. Non credo ancora di averlo perduto.<br />

A Maud non riesco neppure a pensare. Il modo in cui si è battuta. Il suo<br />

sguardo...»<br />

Lola tacque. Giocherellò con le dita di Nathan per un po’, poi aggiunse:<br />

«Mia madre era prigioniera in Grandi Ali. È morta prima che<br />

potessi chiederle perché.»<br />

I suoi occhi ora erano vivi e vibravano con forza. Nathan assentì,<br />

grave. Lui sapeva. Era giunto il momento: ora non si poteva più tornare<br />

indietro.<br />

«Sei rimasta sola. No, non del tutto. Hai ancora me» disse. Si ficcò<br />

la mano in tasca. Le dita sfiorarono il gelido cuore. Nello stesso istante<br />

una voce rimbombò nell’aria, tanto forte e improvvisa che Nathan quasi<br />

lanciò un grido.<br />

«Nathan!»<br />

Era incredibile come un suono così alieno fosse in grado di riecheggiare<br />

in quel luogo di silenzio.<br />

«Nathan! So che sei qui! Ti prego fatti vedere! Ti prego!»<br />

Ma in fondo non era poi così alieno. Nella voce di suo padre c’era<br />

una disperazione non più celata. Una desolazione che bene si accostava<br />

con le atmosfere cupe del vecchio cimitero e con il dramma che lui e<br />

Lola stavano vivendo.<br />

Alcune oche, spaventate dal grido, si alzarono in volo. Nathan le<br />

vide sparire verso l’altra sponda dell’isola.<br />

«È mio padre. Qui non ci troverà mai. Lola, devo darti una cosa.»<br />

«Tu sei il principe che siede a cassetta» disse Lola. «Quello che mi<br />

porta via da questa non-vita.»<br />

«Non sono un principe. Ma, credimi, ho fatto tutto quello che era<br />

nelle mie possibilità per cercare di aiutarti. Certo avrei preferito che<br />

fosse tua madre a parlartene. Ecco. Tanto da qualche parte dovrò pure<br />

cominciare.»<br />

«Ma allora hai scoperto cosa mi accadde?»<br />

Lui fece sì con la testa e cavò la mano dalla tasca. Al centro del palmo,<br />

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