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4<br />

prefazione<br />

di Paolo di Orazio<br />

Vi invito davvero con il cuore a leggere questo libro e a divulgarlo,<br />

donarlo a chiunque. Non solo perché può piacere a chi, come<br />

me, ama i cimiteri antichi e le evocazioni magiche, le es<strong>alta</strong>zioni<br />

oscure, gli sfondi naturali carichi di elettricità, le creature paramitologiche<br />

sposate al mito della decadenza esplorata (mai abbastanza) dalla<br />

letteratura italiana del post-horror.<br />

La bambina senza cuore è oltretutto un libro importantissimo perché,<br />

oltre al pregio di una storia narrata al meglio della tradizione gotica<br />

anglosassone, farà breccia anche nel cuore dei profani del territorio dark<br />

fantasy e dei detrattori della narrativa non istituzionale.<br />

Il libro che state per leggere è la dimostrazione lampante, moderna,<br />

precisa e anche un po’ cinematografica del teorema che porto avanti nei<br />

miei dibattiti sulla narrativa horror. Avrete la netta sensazione di accorgervi<br />

quanto sia vitale penetrare i luoghi di Whisperwood e la piccola<br />

odissea dei suoi protagonisti. Li vedrete muoversi, crederete a tutto quel<br />

che di inspiegabile Emanuela Valentini metterà in scena senza il minimo<br />

sforzo, e non vi sorprenderete mai, paradossalmente, una volta giunti<br />

al cospetto dei prodigi orchestrati e disseminati nella storia: proverete<br />

uno stupore bambino e sarà ovverosia doloroso e dolce abbandonare la<br />

lettura e la costruzione di un mondo palpabile e che tale resta una volta<br />

sospesa la lettura.

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