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itraeva una bambina. Lui credette di capire.<br />
«Dovevi volerle molto bene» sussurrò allontanandosi di un passo. Non<br />
voleva risultare invadente.<br />
«A chi?»<br />
Lola aveva detto che doveva andare, ma non si era mossa. Era lì, in<br />
piedi davanti alla lapide, con la sua rosa rossa in mano.<br />
«Alla tua sorellina» rispose. «Ma non devi spiegarmi nulla, io ti capisco,<br />
Lola, anche io ho perso una persona che amavo tanto.»<br />
«Mia sorella?» posò la rosa sul bordo del marmo e poi, come se quel<br />
gesto le costasse una fatica estrema, si scansò del tutto, palesando le parole<br />
incise sopra la foto.<br />
Lola. Figlia di strega. 1878-1890.<br />
Il cuore di Nathan balzò contro le costole come un uccellino in una<br />
gabbia troppo piccola. Tentò di balbettare qualcosa, ma la lingua era incollata<br />
al palato e la gola piena dei battiti del cuore. Lola lo guardava e sul<br />
suo viso impassibile un’ombra scendeva fitta come la sera di Whisperwood.<br />
L’ombra di un segreto.<br />
«Nathan, devo andare. E devi farlo anche tu, tra poco sarà buio.»<br />
«Io... io...»<br />
Nathan inghiottì saliva un paio di volte. Gli occhi limpidi percorsi da<br />
uragani scorrevano rapidi dalla foto stinta alla ragazzina che aveva di fronte.<br />
«Vi sono limiti che non si possono superare, neppure desiderandolo<br />
fortemente. Mi dispiace.»<br />
«Oddio Lola, ci deve essere un errore… tu sei viva! Io ti vedo e posso<br />
parlare con te, posso toccarti. Tu sei viva, Lola!»<br />
«Non so più dirti se lo vorrei. La vita, questa vita, mi ha stancata. Il tuo<br />
arrivo qui, la tua purezza, mi hanno fatta riflettere, sai, su cosa ci faccio qui<br />
e su tutto il tempo che è passato senza scalfirmi.»<br />
«Perdonami se non capisco di cosa stai parlando» Nathan fece<br />
un passo verso di lei, per poi tornare indietro, il viso contratto, le mani<br />
chiuse in pugni pallidi. «Ti prego, dimmi cosa vuoi dire, cosa significa questa<br />
tomba!»<br />
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