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alta - Altervista

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«Ti rubò il cuore per salvare la vita di suo padre, che aveva ingannato<br />

i Buoni Vicini, gli abitanti del bosco. Volevano la sua vita e Frankye, il<br />

mio bisnonno, quello sepolto qui, ha portato loro il tuo cuore, Lola!»<br />

Lei si portò le mani alla bocca. Un antico ricordo affiorò trasportato<br />

dalle parole di Nathan; la vicinanza del sasso gelido, inoltre, aveva<br />

riacceso il ricordo di cose lontane e dimenticate. Sua madre era uscita e<br />

l’aveva lasciata sola davanti al camino. Era una notte fredda di febbraio e<br />

lei mangiava castagne secche. Qualcuno aveva bussato alla porta implorando<br />

aiuto. E poi quel ragazzo. Il coltello. Il cuore.<br />

Crollò in ginocchio, le mani tra i capelli, in gola un respiro che non<br />

possedeva; fermo nel petto, un grido. Nathan si inginocchiò con lei. La<br />

tenne stretta forte, sul suo petto, un abbraccio per cento anni di attesa.<br />

Le sue carezze, adagio, la calmarono. Con mani tremanti le sbottonò la<br />

camiciola. I bottoncini scivolavano via dalle sue dita, sfuggivano. Erano<br />

neri e piccoli e lui era tanto stanco. Disperato. Suo padre si aggirava<br />

sull’isola. Stava per lasciare la vita e tutto quello a cui pensava era quel<br />

cuore. E lui, suo figlio, lo aveva tradito.<br />

Lola alzò il viso e capelli e piume le coprirono le spalle nude. Nathan<br />

scoprì la vecchia ferita. Eccola, orribile e nera. L’eredità dei suoi<br />

antenati era un buco sul petto della fanciulla che lui amava più di ogni<br />

altra persona al mondo.<br />

«Lola, perdonami» sussurrò, tremando. «Perdonali.»<br />

Lei non parlò. L’anima dietro le iridi veleggiava impazzita e lui poteva<br />

vederla. Posò la piccola mano gelida su quella di Nathan e insieme<br />

cavarono dalla ferita il cuore di stoffa che aveva cucito Maud. Nathan<br />

non lo aveva mai visto. Sorridendo commosso se lo rigirò tra le mani.<br />

C’era un nome ricamato a svolazzi sul davanti del cuore imbottito: “Lola”.<br />

Rise, si asciugò il naso con la manica, guardò lei. Sull’altro lato c’era<br />

scritto “Nathan”.<br />

Se lo ficcò in tasca. In risposta, Lola lo cinse e stettero stretti, mentre<br />

il vento sollevava grandi ombre e li celava al mondo.<br />

«Nathan!»<br />

Un grido dissennato sfondò il silenzio. Nathan si sporse dall’incavo<br />

in cui si erano riparati. Si poteva proseguire ancora arrampicandosi sul<br />

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