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alta - Altervista

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avevano tacciati di crudeltà.<br />

“Devo parlare a papà dei Vicini” si disse. “Lui non crede che possano<br />

esistere creature diverse da noi, ma vive. Non conosce Lola. Non sa<br />

che Bianco osserva malinconico il cielo e parla di cose filosofiche pur<br />

essendo di pietra. Provare a mettermi nei suoi panni per me è ormai impossibile.<br />

Vivo una doppia realtà. So che le creature strane, non del tutto<br />

umane, esistono. Devo parlargliene e convincerlo a recarsi da Lester per<br />

ascoltare la storia dei cento acri. Mi prenderà per pazzo. Mi chiuderà in<br />

casa. Mi affiderà alle cure di uno strizzacervelli come è stato per il povero<br />

Thomas che aveva un amico immaginario. Se solo papà sapesse…”<br />

Legò i capelli in una piccola coda e ripensò ancora una volta all’aggressione<br />

subita. Al grattare delle zampe sull’asfalto, quando era finito a<br />

terra, la prima cosa che aveva fatto era stata ripararsi il volto con le braccia.<br />

Poi aveva scalciato e gridato. Il puzzo di naftalina e cose vecchie che<br />

ricordava dal primo incontro con le belve assassine, si era manifestato<br />

di nuovo, ma anche stavolta non aveva avuto il coraggio e l’occasione di<br />

osservarle da vicino. Ripassò nella mente l’immagine degli animali che<br />

si allontanavano lungo la strada bagnata. I lampioni si erano spenti con<br />

un crepito al passaggio dell’uccello dalle ali grigie; tutto quello che era<br />

riuscito a scorgere erano stati i profili d’ombra dei suoi aguzzini allontanarsi<br />

come nella favola del Pifferaio di Hamelin. Nathan non sapeva<br />

bene perché, ma era certo che non li avrebbe mai più rivisti.<br />

Si avviò pedalando sulla bicicletta di suo padre verso il vecchio cimitero.<br />

La scuola poteva aspettare, la vita di suo padre e dei suoi amici no.<br />

Un gran baccano lo accolse sulle rive del lago Whisper, dove, in un<br />

trambusto terribile di uomini e polvere, un’improbabile torre dominava<br />

la radura. Due camion oscillavano in equilibrio precario sopra all’escavatrice<br />

tra lo stridere di lamiere e le grida degli operai che transennavano<br />

l’area. Nathan scivolò sul ponte camminando basso e, lasciata la bici, si<br />

nascose dietro il canneto che copriva le rive dell’isolotto.<br />

«Nathan.»<br />

Lola era acquattata poco più in là, dietro una spessa lapide. Guardandola<br />

trasalì, e sentì il respiro venire meno. Aveva polverose ali di<br />

corvo annodate tra i capelli a formare un macabro copricapo e la fronte<br />

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