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alta - Altervista

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Nathan aveva sentito una strana emozione serrargli la gola, e in quei<br />

momenti aveva<br />

dovuto combattere contro la parte di sé stesso che voleva urlare in<br />

faccia al genitore che non poteva vendere qualcosa che non gli apparteneva,<br />

che quell’isolotto era abitato e che loro, sì, quei tipi strani, erano<br />

suoi amici. Però aveva taciuto e il cuore era diventato pesante.<br />

Se avesse raccontato di Lola, tutta la città l’indomani si sarebbe precipitata<br />

sulle sponde del lago. Invece quel luogo doveva restare segreto.<br />

Nathan si irrigidì. E se davvero il terreno fosse stato venduto?<br />

Lola, Bianco e Rufus dove sarebbero andati? Ma poi, era stato davvero<br />

salvato da un enorme uccello? Esistevano davvero Lola, i suoi amici<br />

di pietra e i fantasmi, là sull’isolotto al centro del lago? E le stelle danzanti,<br />

i fiori a teschio che dondolavano? No, non era possibile. La vita<br />

era così ordinaria. E in quel periodo, coi primi freddi, non c’erano fiori<br />

nei giardini.<br />

Mentre le palpebre si chiudevano, Nathan decise che si era trattato<br />

di un’allucinazione data dalla ferita infetta. Un sogno dai grandi occhi<br />

verdi, e dalla pelle di luna.<br />

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