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La testa girava e le ferite causate dai morsi dolevano e bruciavano. Gli<br />
animali lo avevano risparmiato ancora e, a un certo punto, avevano<br />
smesso di mordere e si erano allontanati come automi, aggiungendosi<br />
alla lunga fila che qualche decina di metri più in là, seguiva la creatura<br />
volante. Li stava portando via.<br />
«Grandi Ali» sospirò lui rialzandosi a fatica. Non aveva ferite gravi.<br />
Eppure quel grosso uccello non possedeva le fattezze della creatura che<br />
lo aveva salvato la prima volta, non volava sbattendo le ali nere, ma<br />
planava nell’oscurità come un grosso rapace. Certo, era buio e l’aria era<br />
impregnata di paura, magari non aveva visto bene.<br />
La bici fracassata finì in un cassonetto e lui si diresse verso casa. Imprecando<br />
per il dolore, si arrampicò sul melo e balzò sulla tettoia. In quel<br />
momento la luce sulle scale si accese e una voce assonnata arrivò attutita<br />
all’esterno. La finestra si aprì svelando la faccia assonnata di William.<br />
«A-avevo bisogno di un po’ d’aria» balbettò Nathan.<br />
«Hai ragione» William scavalcò e rabbrividì. «Devo essermi addormentato<br />
sul divano, ero ubriaco. Ho un mal di testa figliolo... ma che hai?<br />
Sei ferito!»<br />
Nathan si guardò i vestiti laceri e sorrise.<br />
«Sono caduto in giardino, papà. Dopo avere discusso con te, sono<br />
uscito a fare due canestri per sbollire la rabbia e sono scivolato sul cemento.<br />
Non è niente. Vado a prenderti un’aspirina e una vestaglia. Fa<br />
freddo qui fuori.»<br />
«No, resta» William aveva gli occhi lucidi. «Resta un po’ qui con me,<br />
sotto le stelle. Dimmi, abbiamo discusso molto, a cena?»<br />
«No, papà. Giusto un po’. Però abbiamo parlato anche di calcio»<br />
Nathan sedette accanto a lui, sulle tegole gelide. «E del campionato di<br />
ping-pong scolastico.»<br />
«Ti sei iscritto? Non mi dire! Se sei scarsissimo!»<br />
«Non ancora, ma lo farò. Forse domani. Papà… ti voglio bene.»<br />
William lo strinse tra le sue braccia forti.<br />
«Anch’io figliolo. Tu sei speciale e ti amo più della mia stessa vita.»<br />
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