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solo un morris rimane<br />
Ohimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti<br />
per la folla infinita di infedeli, per le città piene di sciocchi<br />
per il mio continuo rimproverarmi, (poiché chi è più sciocco di me e più infedele?)<br />
Per gli occhi invano assetati di luce, per gli oggetti perfidi, per la lotta sempre ritrovata<br />
per gli scarsi risultati di tutti, per le sordide folle che vedo attorno a me avanzare con fatica<br />
per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono, con il resto di me avvinghiato.<br />
251<br />
Walt Whitman<br />
Il cimitero era in pessime condizioni, ma in cima alla collina, dietro<br />
il muro di rovi, Nathan sentì i muscoli rilassarsi un poco. Il prato che<br />
ricordava verdissimo, col suo pendio dolce che scendeva fino all’acqua,<br />
era diventato un campo di fiori che lo superavano in altezza. Essi<br />
conversavano affabili, piegando a destra e a sinistra le grosse teste scure<br />
coronate da petali che parevano di velluto.<br />
Lola era seduta sulla panca di pietra. Accanto a lei era posato un<br />
bicchiere colmo di un liquido ambrato. Nathan si avvicinò tremando. Era<br />
esausto e la febbre era tornata a salire; il percorso da casa al cimitero,<br />
nelle condizioni in cui si trovava, lo aveva sfiancato.<br />
Lei non si mosse; per qualche terribile istante egli temette che fosse<br />
anche lei, come Bianco e Rufus, di pietra. Era malconcia. Coperta di<br />
piume da capo a piedi, sporca di fango. I capelli neri erano bagnati e le<br />
ricadevano lungo il collo e le spalle come rivoli d’inchiostro. Era scalza.<br />
Il teschio sulla sua fronte fissava il lago, mentre le piume vibravano come<br />
se stesse per spiccare il volo. Forse era arrabbiata. L’aveva lasciata sola<br />
nel momento più sbagliato.<br />
«Lola.»<br />
La sua voce fu meno di un sussurro. La fanciulla si alzò, fece un passo<br />
verso di lui e gli cinse il collo con le braccia sottili, posando la testa<br />
piumata sul suo petto. Nathan fu scosso dall’emozione e la tenne stretta.<br />
In quel momento era difficile capire dove la disperazione sconfinasse<br />
nella gioia. Soltanto adesso comprendeva quanto gli era mancata e nel<br />
silenzio del loro abbraccio, in quel contatto che superava la materia, lui<br />
desiderò perdersi.<br />
Lola chiuse gli occhi; la musica in sua presenza era così potente che<br />
per lunghi istanti, pur facendosi violenza, non era riuscita a muoversi.