Reprocessing degli endoscopi. Indicazioni operative - ANMDO
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<strong>Reprocessing</strong> <strong>degli</strong> <strong>endoscopi</strong>. <strong>Indicazioni</strong> <strong>operative</strong><br />
3. Aspetti specifici<br />
3.1. Principi di igiene per controllare il rischio infettivo<br />
associato alle pratiche assistenziali<br />
Per ridurre la frequenza di complicanze infettive in una struttura sanitaria o sociosanitaria<br />
è necessario adottare nelle diverse fasi assistenziali misure specifiche che<br />
si siano dimostrate efficaci a ridurre al minimo il rischio di trasmissione di microrganismi<br />
patogeni nei confronti del paziente e <strong>degli</strong> operatori. È importante che queste misure<br />
di controllo siano basate su evidenze scientifiche e che qualsiasi misura preventiva venga<br />
accuratamente valutata sotto il profilo dell’efficacia e della sicurezza, con lo stesso rigore<br />
con cui viene valutata l’introduzione di nuovi farmaci.<br />
I microrganismi sono portatori di un rischio infettivo che è determinato dalle loro<br />
caratteristiche di patogenicità, infettività, invasività, virulenza, dose infettante, modalità<br />
di trasmissione; nell’ambito del controllo dell’infezione sono di particolare importanza<br />
anche la carica iniziale, la resistenza agli antimicrobici e la capacità di produrre slime.<br />
Il rispetto dei principi di igiene rappresenta la base per controllare il rischio infettivo, nello<br />
specifico quello associato alle procedure <strong>endoscopi</strong>che; i principi di igiene devono essere<br />
sempre rispettati e si applicano ad attrezzature, dispositivi medici, processi di pulizia,<br />
disinfezione e sterilizzazione, compresi i processi che riguardano le superfici ambientali -<br />
in particolare quelle di lavoro - e i comportamenti <strong>degli</strong> operatori sanitari, come l’igiene<br />
delle mani e la corretta gestione dei guanti, la tecnica di asepsi, ecc.<br />
Il principale determinante evitabile delle complicanze infettive è il non rispetto dei principi<br />
sopra citati. Pertanto è importante acquisire la consapevolezza dell’esistenza del rischio<br />
e attuare tutti gli interventi atti a informare gli operatori delle procedure corrette<br />
e a favorirne l’applicazione nella pratica quotidiana.<br />
Le attrezzature e i dispositivi medici sono il principale veicolo per le infezioni crociate, in<br />
quanto continuamente contaminati dai microrganismi derivanti dall’assistenza ai pazienti.<br />
Vanno accuratamente puliti e sottoposti a un processo di disinfezione o sterilizzazione<br />
in base alle caratteristiche dell’attrezzatura/dispositivo e secondo le indicazioni del<br />
fabbricante.<br />
Molti studi riportano che la fase della pulizia è fondamentale per un efficace processo<br />
di abbattimento dei microrganismi presenti nei canali e nelle superfici dell’<strong>endoscopi</strong>o<br />
e per ottenere un buon processo di disinfezione e di sterilizzazione (Martiny et al., 2004).<br />
Altri studi hanno dimostrato che gli <strong>endoscopi</strong> sono talvolta mal processati: Kaczmarek<br />
e collaboratori (1992) hanno esaminato 71 <strong>endoscopi</strong> processati in 4 ambulatori<br />
di <strong>endoscopi</strong>a di 22 ospedali e hanno riscontrato che il 24% <strong>degli</strong> strumenti aveva un<br />
bioburden maggiore di 100.000 CFU per canale. Alfa et al. (1999) hanno dimostrato<br />
che la pulizia manuale riduce il bioburden (Tabella 4).<br />
Dossier 133<br />
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