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Reprocessing degli endoscopi. Indicazioni operative - ANMDO

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<strong>Reprocessing</strong> <strong>degli</strong> <strong>endoscopi</strong>. <strong>Indicazioni</strong> <strong>operative</strong><br />

<strong>Indicazioni</strong> d’uso<br />

L’acido peracetico concentrato in soluzione da diluire estemporaneamente viene<br />

utilizzato soprattutto in emodialisi dove viene sfruttata l’azione disincrostante<br />

sui macchinari dell’acido acetico contemporaneamente presente in soluzione in<br />

equilibrio col peracetico. La letteratura a riguardo di queste soluzioni è limitata<br />

e riporta anche casi di insuccesso.<br />

Il sistema automatizzato a variabili controllate che utilizza cartucce di acido<br />

peracetico al 35% ottiene in condizioni controllate una soluzione allo 0,2%, agisce<br />

a 55°C circa per un tempo di contatto di 12 minuti e prevede quattro abbondanti<br />

risciacqui; questo sistema viene utilizzato come sterilizzante per dispositivi medici<br />

semicritici (es. materiale <strong>endoscopi</strong>co) totalmente immergibili, quando non sia<br />

attuabile o non risulti più conveniente un altro tipo di sterilizzazione.<br />

Occorre tuttavia fare attenzione al fatto che gli articoli devono essere<br />

precedentemente detersi e inoltre, se l’acqua di risciacquo del sistema non è<br />

sterile, una volta terminato il ciclo il dispositivo non sarà sterile ma solo sterilizzato<br />

e quindi dovrà essere utilizzato di conseguenza.<br />

Non sembra essere un sistema particolarmente adatto per la decontaminazione<br />

frequente <strong>degli</strong> <strong>endoscopi</strong> flessibili perché sembra rovinare guarnizioni.<br />

La soluzione stabilizzata e tamponata allo 0,35% (3.500 ppm) ha, secondo gli<br />

studi, le stesse indicazioni, risultando attiva in 5 minuti nei confronti di batteri,<br />

funghi, virus, micobatteri, e in 10 minuti nei confronti delle spore. Deve essere<br />

preparata estemporaneamente (attivazione) ed è stabile solo 24 ore. Non necessita<br />

di apparecchiatura dedicata. Contiene inibitori della corrosione ma non è<br />

raccomandata per l’utilizzo in macchine lavadisinfetta<strong>endoscopi</strong> che abbiano<br />

componenti in alluminio o rame. Tra l’altro i costi sono proibitivi per l’uso di<br />

routine; la ditta stessa non lo propone specificamente allo scopo. Endoscopi rigidi<br />

che contengano questi metalli non possono essere tenuti a contatto oltre i limiti di<br />

tempo previsti e comunque alcuni test hanno mostrato variazioni dell’aspetto nelle<br />

cromature anche ai tempi indicati. Può essere utilizzato per 20 cicli e comunque<br />

fino a una concentrazione non inferiore a 2.500 ppm.<br />

La soluzione stabilizzata allo 0,15% (1.500 ppm) riporta sulla scheda tecnica tempi<br />

di azione di 10 - 15 minuti e 15 minuti per la disinfezione di alto livello e 30 minuti<br />

per l’azione sporicida. Deve essere attivata.<br />

La soluzione stabilizzata al 2,4% (2.400 ppm) da attivare, riporta sulla scheda<br />

tecnica un tempo d’azione pari a 20 minuti per quella che viene definita<br />

disinfezione di alto livello/sterilizzazione a freddo.<br />

L’attività sulla decontaminazione <strong>degli</strong> <strong>endoscopi</strong> alle concentrazioni in commercio<br />

non è stata testata da studi indipendenti ma solo da test da parte delle ditte<br />

stesse.<br />

I prodotti a base di perborato e donatore di acetili (in polvere) prevedono a livello<br />

della loro formulazione anche dei tensioattivi, che rendono la soluzione ottenuta<br />

particolarmente adatta all’utilizzo come decontaminante. Mancano ancora tuttavia,<br />

Dossier 133<br />

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