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Il monastero di Mileševa, XIII secolo, il dono del re Vladislav Nemanjić. Nella chiesa si conservarono le reliquie di San Sava prima che fossero portate a Belgrado per essere bruciate nel 1594
GRADAC Gradac, oggi situata a dodici chilometri da Kraljevo gusto e la cultura della regina sono del tutto rintracciabili sulla via Ibarska, si trovava un tempo, nel Medioevo, lungo un’importante arteria per Arilje e precisamen- Jelena è stata una delle regine serbe più amate; bat- nell’architettura e negli affreschi di Gradac. te su un ramo della strada che conduceva a Studenica. tezzata cattolica, accettò la fede ortodossa e sia i monaci La chiesa del monastero è dedicata alla Beata Madre di ortodossi che l’ordine cattolico benedettino la ricordano per Dio dell’Annunciazione, il monastero era fortificato, aveva un ricovero per viandanti, un ampio refettorio e altri della dinastia Nemanjić ad aver avuto un ruolo importante le sue donazioni. La regina Jelena è una delle rare regine locali... Era un monastero serbo grande e importante, fatto costruire dalla regina Jelena Anžuiska (Elena d’Angiò), la morte del marito le venne perfino assegnato un territorio nelle questioni politiche e nella cultura della Serbia. Dopo moglie di Stefano Uroš I. La regina Jelena fu sepolta nel da governare. Era saggia, istruita e ambiziosa. monastero nel 1314 in una tomba “per due”, poiché era Sia i cattolici che i cristiani ortodossi la rispettavano. stato stabilito che avrebbe riposato accanto al marito, ma Essa mantenne comunque i suoi rapporti col mondo Dio volle qualcosa di diverso: il re Uroš, fattosi monaco, cattolico malgrado avesse cambiato religione dopo essersi trasferita in Serbia. Costruì chiese cattoliche sulla costa, morì a Hum e le sue spoglie furono trasferite al monastero di Sopoćani, sua donazione. Egli giace quindi accanto ai resti della madre, la principessa venezia- epistolare col papa, che a lei si rivolgeva chiaman- aiutò i benedettini e i francescani, ed ebbe un rapporto na Anna Dandolo, e del padre Stefano “Primo dola “mia beneamata figlia cristiana”. Incoronato”. Contemporaneamente, l’arcivescovo Danilo Sebbene essa sia ritratta insieme al marito nell’affresco dei Benefattori della chiesa, è ortodossa menzionando i “ricchi doni che essa elogiava la sua devozione e fedeltà alla chiesa certo che la regina Jelena fu la principale mecenate del monastero di Gradac: il che spie- È stato anche tramandato che essa radunò ha mandato sul sacro monte Athos”. ga il fatto che alcuni elementi occidentali siano ragazze serbe diventate povere e fondò una sorta stati sapientemente combinati con lo schema di scuola femminile. architettonico della scuola di Raška, facendo così di Gradac lo splendido prodotto di trasferimento delle sue spoglie a Gradac fu Quando morì, l’inverno era così rigido che il due stili, il bizantino (ortodosso) e il gotico compiuto con grande difficoltà: quasi nessuno partecipò al suo funerale. (cattolico). Alcuni esempi sono gli archi gotici sopra il portale, la base ottagonale Fino alla metà del XIV secolo, il monastero di Gradac ebbe un ruolo importan- della cupola o l’arco rampante che sotto il profilo architettonico ha la funzione di te, fu ricco ed ospitò un gran numero di “rafforzare” le mura dall’esterno mediante una struttura arcuata che sostiene il monastero durante i secoli XV e XVI. La persone. Non è noto cosa sia accaduto al peso del tetto, secondo il più puro canone gotico. Si può notare che un gruppo di colo. Fu di nuovo coperta con un tetto di chiesa fu restaurata alla fine del XVI se- maestranze ha eretto i primi due metri La regina Jelena Anžuiska piombo, ma sfortunatamente gli affreschi della chiesa e che successivamente altre maestranze, più vicine alle tendenze del XIX secolo sopra la chiesa si costruì (Elena d’Angiò), erano ormai in gran parte distrutti. Alla fine affresco di Gračanica, XIV secolo architettoniche occidentali, hanno proseguito l’opera. Gli una copertura di legno per proteggerla da ulteriori danni. affreschi giunti fino a noi, anche se la maggior parte è andata distrutta, presentano figure grandiose: sulle loro vesti di ristrutturazione, nel 1958 la chiesa fu ricostruita. For- Dopo la seconda guerra mondiale e tredici anni di lavori dipinte si alternano tonalità verdi e viola, la testa dei santi tunatamente si erano conservati elementi sufficienti a far è dipinta secondo l’ideale di bellezza ellenistico, perciò il riemergere l’aspetto originario. 103
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