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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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Sava Teklija,<br />

fondatore di<br />

“Tekelijanum”<br />

(1838) e<br />

presidente della<br />

Matica srpska<br />

(1838-1842)<br />

204<br />

tore di stampo classicista par excellence: disegno sereno, forme<br />

scolpite, luce neutra di studio e composizione equilibrata<br />

sono le caratteristiche principali dei ritratti da lui firmati.<br />

Ai suoi tempi, Teodorović era più di un semplice artista<br />

fecondo, cioè “un pittore di icone”. Al momento conosciamo<br />

quasi venti iconostasi da lui dipinte e un numero ancora maggiore<br />

di icone singole eseguite per chiese, sia cattoliche che<br />

ortodosse, in Vojvodina. Anche i ritratti che Teodorović fece<br />

ai suoi contemporanei sono numerosi. Allora nasce una domanda:<br />

come riuscì a ricevere e portare a compimento così<br />

tante commissioni? Con tutta probabilità Teodorović era molto<br />

abile e sapeva come trattare le persone ricche e potenti,<br />

inoltre aveva degli assistenti. Non era invadente, teneva le<br />

distanze, ma aveva in grande considerazione il proprio lavoro.<br />

Capì, forse per primo fra i pittori serbi, l’importanza della<br />

pubblicità per un pittore. Come vedremo, ciò diventerà ovvio<br />

quando esamineremo la vita e le opere dei suoi due allievi più<br />

dotati, Konstantin Danil e Nikola Aleksić.<br />

Nei primi due-tre decenni del XIX secolo, l’arte e la cultura<br />

in genere fecero enormi progressi fra i Serbi della Vojvodina.<br />

Arsa Tedorović creò l’immagine dell’artista come elemento<br />

importante della società civile, di conseguenza altri artisti lo<br />

seguirono. Uno di essi fu Pavel Đurković, “slavo-serbo di Karlovac<br />

e Srem”. La sua produzione di ritratti è più importante<br />

delle opere religiose in chiese più o meno grandi. Dal 1824 visse<br />

in Serbia dove giunse su richiesta del principe e governante<br />

Miloš Obrenović, ritrasse lui e la sua famiglia, come anche<br />

alcuni serbi famosi a quel tempo (per esempio il giovane Vuk<br />

Karadžić). Viaggiò anche di frequente, e verso il 1830 si recò in<br />

Russia, a Odessa, dove si perdono del tutto le sue tracce.<br />

Basandosi sulle opere conservate, possiamo dire che<br />

Đurković fu un cronista della gente della sua epoca ed il primo<br />

pittore a lasciare molti dei suoi lavori in un Principato Serbo<br />

da poco liberato. I suoi ritratti più famosi sono al contempo<br />

la miglior introduzione alla ritrattistica borghese del classicismo<br />

Biedermeier nella Serbia della metà del XIX secolo.<br />

Nella prima metà del XIX secolo, la cultura e l’arte fra i<br />

Serbi della Vojvodina furono segnate dagli sviluppi storici che<br />

si conclusero con il turbolento 1848.<br />

Nel 1848, sotto le pressioni della cittadinanza, il metropolita<br />

Josif Rajačić organizzò l’assemblea nazionale a Sremski<br />

Karlovci dove fu proclamato il ducato della Vojvodina serba e<br />

Rajačić fu nominato patriarca. Questa decisione causò la rottura<br />

definitiva fra Serbi e Ungheresi e presto sfociò in guerra.<br />

La battaglia decisiva avvenne a Sent Tomazs (oggi Srbobran),<br />

dove le truppe guidate dal duca Stevan Knićanin ottennero la<br />

vittoria. Entrambi gli eventi storici, estremamente importanti,

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