Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
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grande stanza a contenerli. Fra gli autori più importanti ci<br />
sono Aleksandar F. Giljferding, Pavel A. Rovinsky, Archibald<br />
Payton, Charles Lamb, Adeline Pauline Irby, Georgina Muir<br />
Mackenzie, Mary Edith Durham, Felix Kanitz, Gustav Rush<br />
ecc. ma si deve anche dire che gran parte della letteratura di<br />
viaggi sulla Serbia non è mai stata tradotta in serbo.<br />
Quando qualcuno che proviene da un paese grande come<br />
la Russia giunge in Serbia, ci si può aspettare che guardi tutto<br />
dall’alto in basso con alterigia. Ma non è sempre così. I viaggiatori<br />
russi si sono spesso accostati ai Serbi da pari a pari.<br />
Dobbiamo comunque aggiungere delle circostanze storiche.<br />
Dopo la sconfitta nella guerra di Crimea nel 1856, alla Russia<br />
premeva tornare nella regione balcanica. L’ideale panslavistico<br />
stava lentamente nascendo a Mosca, e c’erano piani segreti<br />
per espandere la loro influenza in Bosnia e in Erzegovina.<br />
Uno dei maggiori sostenitori della spartizione territoriale<br />
fra cristiani ortodossi e cattolici in Bosnia fu Aleksandar Giljferding,<br />
un diplomatico al servizio dell’impero russo. Le sue<br />
soffocanti polemiche, portate avanti da Eugen Kvaternik, capo<br />
del Partito dei Diritti Storici Croati, sono ben note. Riguardano<br />
la questione Orientale, la posizione del popolo serbo e soprattutto<br />
l’indifferenza di Kvaternik per il volere degli Sloveni,<br />
vale a dire il suo piano di “piazzare” gli Sloveni all’interno<br />
dei futuri confini della Croazia. Nella stessa Serbia, governata<br />
a quel tempo da Mihailo Obrenović, lo stato d’animo era in<br />
generale filoeuropeo, perciò le idee panslavistiche non erano<br />
gradite. Il principe Mihailo proibì persino ai propugnatori del<br />
panslavismo di pubblicare la rivista “Parliament” a Belgrado.<br />
E fu per queste ragioni che, sedici anni dopo, nel 1876, il governo<br />
zarista accollò ai serbi la responsabilità dell’occupazione<br />
della Bosnia e dell’Erzegovina, affermando che i Serbi e i<br />
Croati ambivano a creare uno stato degli Slavi Uniti.<br />
Aleksandar Giljferding non si fermò solo in Bosnia ed Erzegovina:<br />
proseguì fino al paese allora conosciuto col nome<br />
di Vecchia Serbia. Le sue descrizioni dei luoghi dell’odierno<br />
Kosovo e della Metohija sono una straordinaria miscela di<br />
un’eccellente conoscenza della storia con la capacità di fare<br />
formidabili considerazioni.<br />
Dettagli di Peć:<br />
“Si vedeva un tale esempio di concordia e amore per il<br />
bene comune fra i cristiani di Peć. I monaci del monastero<br />
del patriarcato mi hanno parlato della carità che i cristiani di<br />
Peć hanno per il loro monastero. Nessun cittadino uscirebbe<br />
mai dalla chiesa senza aver donato al monastero almeno una<br />
parte del salario della settimana. La municipalità sostiene la<br />
scuola che viene considerata un’istituzione molto importan-