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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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Un’aquila sulla pira<br />

Circa un chilometro a est di Gamzigrad, su una collinetta presso il sito di Magura, termine che nel<br />

rumeno parlato in Valacchia corrisponde al serbo mogilas e indica enormi tumuli funebri, si trova una<br />

specie di crepidoma naturale. Il tumulo, che è contrassegnato col numero uno ed è giustamente associato<br />

a Romula, ha un diametro di trenta metri e l’impressionante altezza di otto metri e mezzo. Entro uno<br />

spazio delimitato da un muro fu eretta una grande pira in legno a più piani, sulla quale fu ritualmente<br />

bruciata un’effigie in cera (imago) dell’imperatrice, mentre il corpo dell’imperatrice stessa fu inumato<br />

nel mausoleo vicino.<br />

Questa pratica relativa agli imperatori<br />

e alle imperatrici romane ha<br />

inizio nel II secolo: si costruiva una<br />

pira funeraria a più livelli, che rappresentavano<br />

vari gradi di purificazione,<br />

in cima alla quale si poneva una rappresentazione<br />

in cera della persona<br />

defunta, con abbondanti doni e offerte<br />

e infine una gabbia contenente<br />

un’aquila. Quando si dava fuoco alla<br />

pira, la gabbia si apriva e l’aquila<br />

portava l’anima purificata (pneuma)<br />

nella terra degli eroi. Le spoglie mortali<br />

dei defunti venivano poste in un<br />

mausoleo. Attraverso questa insolita<br />

dicotomia si realizzava l’apoteosi.<br />

Il tumulo 2, che come il mausoleo<br />

vicino è pertinente a Galerio, è ancor più monumentale: infatti ha un diametro di quaranta metri e un’altezza<br />

di oltre dieci. È circondato da un muro in pietra largo due metri e mezzo. Accanto al tumulo c’era<br />

il mausoleo, costruito su una piattaforma a base poligonale con una tholos cinta da un colonnato di 12<br />

colonne. All’interno della cerchia di pietra del tumulo è stata costruita una grande pira a più piani dove fu<br />

bruciata l’effigie, o imago, e portata a compimento l’apoteosi. Fra i resti rinvenuti vi sono doni riconducibili<br />

al mondo militare: parti di elmetto, di armatura e insegne dell’esercito. Il corpo fu traslato nella camera<br />

mortuaria nei sotterranei del mausoleo, anch’esso saccheggiato o distrutto secoli fa, forse già nella tarda<br />

antichità. In questo luogo, Galerio fu sepolto nel 311 d.C. e divenne Divus Galerius.<br />

Vorrei concludere il racconto su Galerio con una poetica chiusa sui monumenti di Magura di Dragoslav<br />

Srejović, che ha affrontato il tema fantastico di Gamzigrad: “... dall’alto di Magura si potrebbe contemplare<br />

tutta la fatica di Galerio: il palazzo e i mausolei con i monumenti consacrati che, in concreto, illustrano il<br />

percorso della vita di Galerio, la sua ascesa da Cesare, passando per la posizione di Augusto, allo status<br />

divino. In ciò si realizza la connessione fra terra e cielo, nascita e apoteosi, mortalità e immortalità”.<br />

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