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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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Konstantin Danil Đorđe Krstić Uroš Predić<br />

combinazione fra le antiche tradizioni della pittura di icone e<br />

la nuova sistemazione dello spazio, ed una ancor maggiore libertà<br />

era concessa ad un’altra arte decorativa, e precisamente<br />

all’intaglio in legno.<br />

Il miglior esempio dell’unione fra il vecchio e il nuovo<br />

potrebbe essere il famoso monastero di Krušedol sul monte<br />

Fruška. Costruito nel bel paesaggio della fertile regione collinare<br />

di Srem, un tempo famosa per la squisitezza della frutta,<br />

specialmente delle pere (da cui deriva il nome Krušedol,<br />

infatti pera in serbo si dice kruška), questo monastero fu il<br />

centro della vita spirituale e la guida della coscienza nazionale<br />

dei Serbi nel periodo subito dopo la Migrazione. Anche<br />

se il monastero fu costruito all’inizio del XVI secolo, subì<br />

rilevanti rifacimenti nell’architettura e nella decorazione<br />

pittorica alla metà del XVIII secolo. Il pittore ucraino<br />

Jov Vasilievich (pittore di corte del Patriarca Arsenije IV<br />

Šakabenta) dipinse nuove icone nell’ordine supremo e usò<br />

la pittura a olio, una novità per l’epoca, inoltre iniziò a dipingere<br />

sopra i vecchi affreschi, dei quali oggi possiamo vedere<br />

solo frammenti parziali. Ulteriori lavori di decorazione<br />

della chiesa furono eseguiti dal pittore di Arad Stefan Tenecki,<br />

che dipinse le principali icone del monastero.Il vecchio<br />

modo tradizionale di affrescare dividendo la parete in zone<br />

fu adottato anche qui, ma a Krušedol gli affreschi mostrano<br />

chiaramente l’inclinazione degli artisti a rendere le opere<br />

più personali, nella rappresentazione realistica dell’uomo<br />

e della natura. Il Realismo portò anche uno dei pittori ad<br />

andare oltre a ciò che era comune, e così, sotto due finestre<br />

del coro della chiesa, furono dipinti i primi due paesaggi<br />

realistici nella storia della pittura murale serba.<br />

Mutamenti cruciali nella pittura e nell’arte serba in genere<br />

avvennero a metà del XVIII secolo. Alla fine di quel secolo,<br />

con il forte avanzamento delle idee illuminate del “giuseppismo”<br />

(così chiamato dal nome dell’imperatore austriaco Giuseppe<br />

II), gli esponenti serbi più importanti dell’arte barocca<br />

si erano già distinti. Tra i primi ci fu il pittore Teodor Kračun,<br />

un vero figlio del Barocco per la vita che conduceva e per il<br />

suo stile artistico.<br />

Effettivamente Kračun fu un autentico prodigio per i<br />

suoi tempi. In nessun altro pittore serbo del tempo vi fu un<br />

dualismo stilistico ed espressivo come nel suo caso. Kračun<br />

aveva difficoltà, come molti pittori serbi del XVIII secolo, ad<br />

acquisire commissioni relative a progetti su larga scala, come<br />

dipingere iconostasi o “pitturare il tempio”. Ogni tanto, un<br />

prete chiedeva ad un “maler”, come Kračun per esempio, di<br />

decorare una chiesa locale (per esempio nei villaggi di Neštin<br />

e Susek), e questo non perché riconoscesse o capisse il suo<br />

talento e la sua potenzialità artistica, ma piuttosto poiché non<br />

voleva restare indietro rispetto ad altre città delle regioni di<br />

Bačka e del Banato. Immaginiamo che anche Kračun abbia<br />

avuto molti problemi dovendo spesso soffocare il suo talento<br />

e la sua ispirazione davanti alle idee limitate delle autorità<br />

delle chiese di paese che vedevano i pittori come “pseudoartisti”<br />

o, nel migliore dei casi, come artigiani esperti, mentre<br />

alcuni si preoccupavano più dei soldi da pagare al “maler” che<br />

di chi o come fosse. Sfortunatamente, Kračun non terminò<br />

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