Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

frate presso Callinico e nella zona fra quella parte
Comunque Galerio pose velocemente rimedio alle con-
del fiume e la collina di Carre si scontrò con
l’esercito persiano, molto più numeroso.
La fanteria romana, di solito molto resistente,
dovette far fronte ad un
caldo insopportabile, alla sete e
all’incertezza, perdendo la
fiducia in sé e ogni spirito
battagliero. In queste
circostanze ebbero
inizio gli attacchi
del nemico, ben
più forte, specialmente
quelli della
cavalleria. Il fronte
romano fu sbaragliato,
la battaglia perduta
e la provincia della
Mesopotamia cadde nelle
mani dei Persiani.
Alcune fonti cronologicamente
“Felix Romuliana”:
seguenze di questa guerra sfortunata e cancellò
ogni dubbio sulle sue capacità. Rafforzò il
suo esercito con reparti provenienti
dalla frontiera sul Danubio e con
un esercito di 25.000 soldati
attraversò di nuovo l’Eufrate.
Ma questa volta,
invece di posizionare
le sue forze nello
spazio aperto
della pianura mesopotamica,
marciò attraverso
le zone montuose
dell’Armenia, dove la gente era
meglio disposta verso i Romani e il
cui territorio era più adatto alle azioni
della fanteria.
L’esperienza precedente aveva rafforzato
la cautela e la disciplina nell’esercito
romano mentre i Persiani, dopo il successo ottenuto,
lontane da questi eventi,
come Eutropio e Ammiano Marcellino,
Iscrizione sopra la porta di accesso
alla città di Felix Romuliana
aspettavano la battaglia senza timori. Galerio
sferrò un grande attacco a sorpresa all’accampamento
riferiscono la rabbia di Diocleziano dopo la sconfit-
ta e il suo ordine a Galerio di camminare per molte miglia
dietro il suo carro da combattimento. Questo racconto però
non è ritenuto vero, infatti Lattanzio, suo contemporaneo,
non parla nelle sue note dell’umiliazione subita da Galerio,
fatto strano per lui che non gli accordò mai preferenze.
nemico provocando panico, caos e costernazione. La
resistenza fu annientata e l’esercito persiano schiacciato.
L’imperatore Narsete, che comandava l’esercito persiano,
benché ferito riuscì a fuggire attraverso il deserto e a raggiungere
la Media. Le sue tende fastose, insieme a quelle dei
suoi satrapi, costituirono un bottino enorme per i vincitori.