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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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esaggi serbi, persone, tradizioni, costumi, pietanze, costumi<br />

folkloristici durante le vacanze estive in Serbia (1881-1883).<br />

Krstić costituì un fenomeno importante per lo sviluppo<br />

della pittura serba per molti motivi. La sua visione e comprensione<br />

del sacro era piuttosto rivoluzionaria per l’ambiente<br />

culturale serbo che era alquanto conservatore a quel<br />

tempo. Sembra che in tutta la sua carriera Krstić abbia dipinto<br />

un numero limitato di iconostasi e solo grazie al più<br />

colto serbo del tempo, Mihalio Valtrović. Oltre all’iconostasi<br />

bruciata della cattedrale di Niš, l’opera più apprezzata di<br />

Krstić in questo campo fu l’iconostasi della chiesa serba di<br />

Čurug (35 chilometri a nord-est di Novi Sad), che al contempo<br />

rappresentava la vittoria delle idee di Krstić e Valtrović<br />

sulla ortodossia nella pittura sacra contemporanea. Nelle<br />

icone di Čurug, l’artista dimostrò pienamente la sua intenzione<br />

fondamentale di perfezionare le concezioni degli antichi<br />

pittori di affreschi medievali e adattarle ai tempi moderni<br />

e al suo stile artistico personale. Gli abitanti di Čurug<br />

hanno il diritto di sentirsi orgogliosi dell’eredità che Đorđe<br />

Krstić ha lasciato loro.<br />

222<br />

Uroš Predić e Paja Jovanović del Banato non erano straordinari<br />

come Krstić, ma furono comunque pittori salienti<br />

del Realismo e grandi maestri di pittura. Entrambi ottennero<br />

borse di studio da Matica Srpska e fino alla fine della vita<br />

non dimenticarono le loro città natali, Predić la sua Orlovat<br />

e Paja la sua Vršac. Perciò, un viaggiatore che visiti il paese<br />

di Orlovat nel Banato deve andare a vedere l’iconostasi nella<br />

chiesa serba che Predić eseguì e donò alle autorità ecclesiastiche<br />

di Orlovat, e che andò a sostituirne una precedente<br />

vecchia e rovinata. Predić dipinse iconostasi anche in altri<br />

luoghi della Vojvodina come a Bečej, Pančevo, Perlez, nella<br />

cappella del palazzo dell’arcivescovo a Sremski Karlovci ed<br />

anche nel monastero di Grgeteg sul Fruška Gora. Se si aggiunge<br />

a ciò l’infinità di ritratti che fece per numerosi committenti<br />

in Vojvodina, diventa necessario descrivere Predić<br />

non solo come un artista fecondo e sensibile, ma anche come<br />

eccezionale cronista di persone ed eventi della fine del XIX<br />

secolo e della prima metà del XX.<br />

In un viaggio immaginario attraverso la Vojvodina, lo<br />

stesso viaggiatore che ha visto l’iconostasi a Orlovat dovrebbe<br />

andare anche a Vršac nel Banato. In questa città con una<br />

lunga e ricca tradizione culturale sarebbe certamente attirato<br />

dal Trittico di Vršac, dipinto da Paja Jovanović ed esposto<br />

nella “Farmacia sulle scale”. Questo dipinto rappresentò<br />

l’artista ed il padiglione serbo alla Mostra del Millennio a<br />

Budapest nel 1896. Comunque, un altro dipinto di Jovanović<br />

che oggi è forse considerato il quadro più famoso dell’arte<br />

moderna serba è Migrazioni, con riferimento a quella guidata<br />

da Arsenije Čarnojević. Dal momento in cui fu dipinto<br />

e riprodotto per la prima volta e stampato in libri, periodici<br />

e riviste, e da quando, grazie alle oleografie, divenne parte<br />

dell’arredamento delle case serbe ovunque esse fossero, e<br />

condivise il cattivo destino delle nuove e difficili migrazioni<br />

serbe durante la prima e la seconda guerra mondiale, fino ad<br />

oggi, questo dipinto ha avuto un posto speciale nella storia<br />

serba moderna. Ci sono tre versioni conosciute di questo dipinto,<br />

due in Serbia ed una che scomparve durante la seconda<br />

guerra mondiale.<br />

La Migrazione dei Serbi avrebbe dovuto essere il quadro<br />

presentato alle altre nazioni della “duplice Monarchia” austroungarica<br />

(specialmente agli Ungheresi) dalle autorità ecclesiastiche<br />

di Sremski Karlovci alla mostra di Budapest, oltre<br />

cento anni fa. Oggi è testimonianza della forza e fioritura di<br />

uno spirito artistico, del momento della nascita della cultura<br />

e dell’arte serba in Vojvodina, e insieme una testimonianza<br />

del destino che condannò i Serbi più di tre secoli fa quando<br />

partirono per la Grande Migrazione.

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