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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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il testo continua dalla pag. 100<br />

quie di San Sava per ordine del pascià Sinnan e le bruciarono<br />

nelle “campagne di Vračar” a Belgrado.<br />

Il monastero di Morača, committenza del principe Stefano,<br />

figlio di Vukan e nipote di Nemanja, fu costruito nel 1251-1252,<br />

come è testimoniato dall’iscrizione sul blocco di pietra posto<br />

sopra il portale del lato ovest. I dipinti originali sono rimasti<br />

solo nella lunetta sopra l’entrata principale e sulle pareti della<br />

sacrestia. All’interno della sacrestia è rappresentato il ciclo dedicato<br />

a Sant’Elia. La scena di Sant’Elia nel deserto è uno degli<br />

affreschi più belli della pittura serba del XIII secolo.<br />

La chiesa dei Santi Apostoli a Peć fu edificata con tutta<br />

probabilità grazie all’arcivescovo Sava I durante il quarto decennio<br />

del XIII secolo e fu affrescata circa trent’anni dopo per<br />

volontà dell’arcivescovo Arsenije I. In gran parte, lo schema<br />

iconografico degli affreschi di questa chiesa riprende quello di<br />

Žiča, con la monumentale rappresentazione dell’Ascensione di<br />

Cristo nella cupola e le Feste di Sion nell’area sotto la cupola.<br />

La Deesis nella nicchia dell’abside dell’altar maggiore enfatizza<br />

il carattere commemorativo di questa chiesa che fu scelta<br />

per essere il mausoleo degli arcivescovi serbi.<br />

Alla metà del XIII secolo, re Uroš I (1243-1276) sedeva sul<br />

trono della Serbia. Nei numerosi conflitti coi paesi confinanti<br />

egli riuscì a rafforzare i confini del regno serbo. Durante il<br />

suo regno arrivò in Serbia una tribù germanica di minatori, i<br />

sassoni; ciò segnò l’inizio dell’uso delle risorse minerarie, che<br />

portò successivamente a un incremento della ricchezza della<br />

Serbia nonché a uno sviluppo del commercio con la costa<br />

adriatica e l’Europa occidentale.<br />

Donazione di re Uroš I è il monastero di Sopoćani, che ha<br />

al proprio interno una chiesa dedicata alla Santissima Trinità.<br />

Noto principalmente per i suoi dipinti, esso è il più importante<br />

dei monasteri serbi del XIII secolo.<br />

La chiesa fu costruita intorno al 1260 e affrescata fra il<br />

1263 e il 1268. Gli affreschi nella chiesa della Santissima Tri-<br />

“…Sto maturando distrutto.”<br />

(Le parole del Patriarca Arsenije IV, i<br />

ncise nel portale marmoreo di Sopoćani)<br />

Un corvo nutre Sant’Elia, dettaglio dell’affresco,<br />

monastero di Morača, committenza del principe<br />

Stefano Nemanjić, figlio di Vukan, 1252.<br />

ove sono le opere donate dalle nazioni vicine e dai loro sovrani nel nostro Paese? Non ve n’è alcuna. In Krajina non vi<br />

“Dè neanche una donazione rumena (nei pressi di Negotin si trova il monastero di Bukovo, che non è una donazione dei<br />

duchi rumeni, ma del glorioso re serbo Milutin), in Macedonia non esiste una sola chiesa bulgara, né ce n’è altrove una greca.<br />

Sebbene il Patriarcato di Costantinopoli abbia governato il popolo serbo fino al tempo di San Sava e poi di nuovo a lungo durante<br />

il dominio ottomano, non c’è tuttavia un singolo lascito greco, né costruito da un sovrano greco, né da arcivescovi o da aristocratici<br />

greci. Viceversa, la regione greca della Tessaglia e tutta l’area limitrofa alla capitale bulgara furono adornate di sacre chiese<br />

costruite da mecenati serbi.<br />

Il nazionalismo dei serbi è universalmente cristiano; non è mai di strette vedute e scervellato. Così potrebbe essere definito<br />

il nazionalismo serbo ispirato da San Sava: prendersi cura della propria dimora e, con la forza e la ricchezza in eccesso, aiutare<br />

ogni nazione a fare lo stesso con la propria”. <br />

San Nikolaj Arcivescovo<br />

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