Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
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“Che cosa darò al Signore<br />
per quel che mi diede?”<br />
dei membri della dinastia Nemanjić. Nella volta sono illustrati<br />
quattro consigli di stato serbi, compreso quello di Deževo in<br />
cui Dragutin cedette il trono al fratello più giovane.<br />
Dragutin fece costruire anche la chiesa di Sant’Achilleo ad<br />
Arilje, che fu sede dell’Arcivescovato di Moravia. La chiesa fu<br />
affrescata nel 1296 da un pittore che, con tutta probabilità,<br />
proveniva da Salonicco. Gli affreschi sono realizzati su uno<br />
sfondo blu. Si tratta di dipinti tradizionali con un gran numero<br />
di ritratti storici che costituiscono la base dello schema iconografico.<br />
Re Milutin, re Dragutin (che tiene in mano il modello<br />
della chiesa), la moglie di Dragutin, Katelina, e i figli Vladislav<br />
e Uroš sono ritratti nell’affresco dei Benefattori nel nartece.<br />
I decenni attorno all’anno 1300 furono segnati dalle generose<br />
donanazioni di re Milutin (1282-1321), che fece erigere<br />
molti edifici sacri, sia in Serbia che al di là dei suoi confini: a<br />
Costantinopoli, Salonicco, in Terra Santa e sul monte Athos.<br />
L’espansione dell’influenza bizantina sul regno serbo si maninità<br />
esprimono il vigore più intenso che un affresco monumentale<br />
possa avere. Gli affreschi di Sopoćani sono il frutto<br />
più notevole della pittura del XIII secolo e la Dormitio Virginis<br />
sulla parete ovest della navata è certamente una delle opere<br />
più grandiose della pittura medievale europea. Nel nartece,<br />
accanto alle tipiche scene che decorano queste sezioni, si trova<br />
un affresco che raffigura la morte di Anna Dandolo, madre<br />
di re Uroš. L’opera è sicuramente l’espressione di una evidente<br />
tendenza a rappresentare la morte di una regina serba alla<br />
stessa maniera della Dormitio Virginis.<br />
La pittura di Sopoćani raggiunge altezze tali da essere difficilmente<br />
uguagliabili o anche solo imitabili, come per esempio<br />
nel caso degli edifici fatti costruire dalla regina Elena d’Angiò<br />
(Jelena Anžujska), moglie del re Uroš. La chiesa dell’Annunciazione<br />
nel monastero di Gradac, da lei donato, ha solo parzialmente<br />
conservato i suoi dipinti. Fra i tratti distintivi della chiesa<br />
di Gradac vi sono elementi gotici come le finestre con archi<br />
ogivali o i quattro archi rampanti sul lato est dell’edificio.<br />
Re Dragutin regnò solo per un breve periodo, dal 1276 al<br />
1282. Nel 1282 egli riportò lesioni gravi in seguito ad una tragica<br />
caduta da cavallo avvenuta durante una battuta di caccia.<br />
Di lì a poco, al Consiglio di Deževo, in circostanze tuttora poco<br />
chiare, Dragutin abdicò in favore del fratello più giovane Milutin<br />
(1282-1321), anche se egli continuò comunque a governare<br />
nelle aree settentrionali del paese. Nel 1284 egli ottenne dal re<br />
ungherese il Ducato di Mačvan-Bosnia, che poneva Belgrado<br />
per la prima volta sotto il dominio di un re serbo. Dragutin,<br />
fattosi monaco col nome di Teoktist, morì nel 1316. Egli diresse<br />
i lavori per affrescare il nartece del monastero di Đurđevi<br />
Stupovi e trasformò l’area davanti alla porta d’ingresso in una<br />
cappella che fu affrescata con numerosi episodi storici. Nella<br />
Chiesa di Sant’Achilleo, Arilje, 1296,<br />
donazione di re Dragutin, XIII secolo<br />
parte inferiore del ciclo di affreschi è raffigurata la processione<br />
Emblema araldico della famiglia Nemanjić<br />
La famiglia Nemanjić, dinastia di santi, ebbe sulle proprie tombe stendardi e vesti regali<br />
con un’aquila bianca bicipite come emblema araldico. Ripresa dalla tradizione bizantina,<br />
l’aquila bianca bicipite è sopravvissuta sulle tombe serbe fino ai nostri giorni.<br />
Simbolo di regalità, di vista acuta, lungimiranza ed elevazione spirituale, l’aquila è<br />
anche il simbolo dell’evangelista Giovanni e le sue due teste simboleggiano l’autorità<br />
secolare e quella spirituale.<br />
“Coloro che sperano in Dio ricevono nuova forza, si sollevano sulle ali come le<br />
aquile” recita il Vecchio Testamento (Is. 40 : 31).<br />
Parte dello stemma in metallo del monastero di Marco, conservata al Museo Nazionale<br />
di Belgrado <br />
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