Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
il testo segue a pag. 58<br />
In due casi il Danubio ha avuto un ruolo su un palcoscenico<br />
importante, sul quale si sono svolti gli eventi che hanno foggiato<br />
“l’anima della nazione”: sul ceppo slavo si sommarono la<br />
cultura dell’Oriente (Bisanzio), i canti epici suonati sul gusle<br />
che narravano la caduta dell’impero serbo e il mito cossovaro<br />
della sconfitta terrena quando un cristiano va in paradiso, ma<br />
anche la doppiezza che è stata l’unico modo di sopravvivere<br />
sotto gli Ottomani, e tutto questo è stato ricoperto con la glassa<br />
melensa della raffinata cultura della Mitteleuropa danubiana<br />
(l’impero Austroungarico). Sono queste le ferite che hanno<br />
modellato l’essenza dell’identità collettiva nazionale serba.<br />
All’interno del cosiddetto impero Danubiano è nato il ceto cittadino<br />
serbo che ha portato una nuova preziosa ispirazione<br />
artistica allo spirito “europeo” (salotti, pianoforti, teatri, doti,<br />
titoli, tasse, testamenti, carrozze, divise speciali per i servitori,<br />
buone maniere nel civettare ai balli, e ritratti di antenati in<br />
cornici dorate) mentre i fratelli nella Serbia liberata, governata<br />
da principi e re (talvolta peggiori dei pascià ottomani cacciati),<br />
camminavano con il fango fino alle caviglie.<br />
Mai prima Vienna era stata così vicina: sei giorni in vaporetto<br />
sul Danubio.<br />
Nel 1914 i reggimenti austroungarici, con le loro divise<br />
blu, arrivarono in Serbia discendendo il fiume e vi marciarono<br />
sulle note della Marcia di Radetzky al grido di “Serbien<br />
müss sterben” (la Serbia deve morire). E mentre le vedette<br />
alla confluenza con la Sava scrutavano il cielo coi riflettori e<br />
perforavano la notte sulla Serbia, mentre i cannoni Mörser<br />
e i proiettili della “Grande Berta” tedesca radevano al suolo<br />
Belgrado, Pijemont Južnih Slovena, il maggiore Gavrilović,<br />
alla testa di una schiera di soldati che marciavano inquadrati<br />
lungo la via Rigas de Ferreos verso le trincee presso<br />
il Danubio, con la šajkača, il caratteristico copricapo, ornata<br />
di giacinti raccolti sul marciapiede dinanzi a un negozio<br />
bombardato, dette un ordine terribile: “Soldati, non dovete<br />
preoccuparvi della vostra vita. Il Comando Supremo ha cancellato<br />
il nostro reggimento dalla lista dei vivi”.<br />
Il Bel Danubio Blu.<br />
Il Danubio del caffè col latte, dei valzer di Strauss, della<br />
Sachertorte viennese e del celebre Tokaj ungherese.<br />
Christian Andersen, il famoso scrittore di fiabe, nel suo<br />
viaggio lungo il Danubio visitò anche le terre serbe e, una<br />
volta di ritorno, scrisse, mentre si trovava a Lipsia (1847):<br />
“Nella mia prima giovinezza, guardando la carta geografica,<br />
sentivo il percorso del Danubio come una cosa mia.<br />
L’ho studiata, questa via per l’Oriente, percorribile solo tra