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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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otto anni e ultimata nel 1335. L’interno della chiesa ha l’aspetto<br />

di una basilica a cinque navate, mentre dall’esterno appare<br />

come una basilica a tre navate. Il monumentale nartece ha tre<br />

navate. Le facciate sono rivestite di blocchi di marmo bianco<br />

e rossastro che si alternano in modo regolare, mentre le mensole,<br />

gli archivolti sopra le finestre e i portali sono provvisti di<br />

una mirabile decorazione scultorea. L’esecuzione degli affreschi<br />

a Dečani si protrasse dal 1338 al 1350 e, essendo la più<br />

ampia raccolta di pittura medievale serba, è a ragione il punto<br />

di riferimento più pregnante di tutta l’arte dell’epoca.<br />

Alla metà del XIV secolo lo stato medievale serbo giunse<br />

al culmine della propria potenza. Nel 1345 re Dušan<br />

(1331-1355) si autoproclamò imperatore divenendo chiaramente<br />

un pretendente all’ormai destabilizzato trono bizantino,<br />

mentre la Chiesa serba ortodossa aveva oramai ottenuto<br />

lo status di patriarcato.<br />

La chiesa dei Beati Arcangeli vicino a Prizren, nella gola<br />

del fiume Bistrica, fu il solo edificio sacro donato da Dušan da<br />

imperatore e gli servì da mausoleo. Sfortunatamente, fu completamente<br />

distrutta.<br />

La tomba di Dušan doveva trovarsi nell’area sudoccidentale<br />

della chiesa e lo spazio attorno al sepolcro fu strutturato<br />

secondo un preciso disegno architettonico. Sopra la tomba si<br />

trovava un monumento all’imperatore Dušan, ritratto in rilievo<br />

sul coperchio del suo sarcofago.<br />

Il monastero fu danneggiato una prima volta dai vincitori<br />

ottomani, che nel 1455 presero la città di Prizren. Nel<br />

1615 il monastero fu completamente distrutto e i materiali<br />

vennero usati per costruire la moschea di Sinan-Pascià nella<br />

stessa città. Ancora oggi sulla facciata della moschea sono<br />

visibili frammenti di decorazioni scultoree provenienti dalla<br />

chiesa originaria.<br />

Il grande impegno che l’aristocrazia serba profuse per la<br />

costruzione di edifici religiosi, specialmente nel territorio governato<br />

da re Marko, poté essere mantenuto non solo quando<br />

la Serbia era un impero, ma anche dopo la sua caduta in mano<br />

degli Ottomani. Durante gli anni Quaranta del Trecento Jovan<br />

Oliver, illustre aristocratico, costruì la chiesa dei Beati<br />

Arcangeli a Lesnovo. Il ritratto del benefattore despota Jovan<br />

Oliver è uno dei più belli della raccolta di ritratti medievali<br />

serbi giunti fino a noi. Fra le opere più importanti dell’arte<br />

serba della seconda metà del XIV secolo vi sono senza dubbio<br />

gli affreschi del monastero di Marko vicino a Skopje, dove<br />

si trovano numerosi cicli ed episodi affrescati. Da notare è<br />

l’interessante giustapposizione di scene, in cui episodi tratti<br />

dal Nuovo Testamento sono accostati a storie parallele del<br />

Vecchio Testamento.<br />

All’imperatore Dušan succedette il figlio, l’imperatore<br />

Uroš (1355-1371), che fu detto Uroš il Debole. La morte di<br />

Uroš nel 1371 segnò dopo due secoli il tramonto della dinastia<br />

dei Nemanjić. Lo stesso anno gli Ottomani vinsero la battaglia<br />

sul fiume Marica, nei pressi di Černomen, il più grande combattimento<br />

prima della caduta di Costantinopoli nel 1453, che<br />

si concluse con la morte di tutti i condottieri serbi, vale a dire<br />

i fratelli Mrnjavčević, re Vukašin e il despota Jovan Uglješa.<br />

Dopo questa sconfitta, le terre macedoni persero l’indipendenza,<br />

e gli im- peratori bizantino e bulgaro divennero<br />

vassalli del sultano ottomano. La Serbia<br />

lottava per la propria sopravvivenza,<br />

dato che nemici esterni e<br />

forze interne iniziarono a fare a<br />

pezzi il paese.<br />

Il monastero di Banjska, donazione<br />

del re Milutin, l’inizio del XIV secolo

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