Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
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maginazione artistica e la sua indiscutibile vanità, piuttosto<br />
che il risultato della ricerca di una nuova espressione artistica,<br />
diversa dallo stile che la sua numerosa clientela preferiva.<br />
A differenza di Danil, che cercava di portare nella pittura<br />
un tocco della sua individualità e un po’ dello stile dei grandi<br />
maestri rinascimentali e barocchi, Nikola Aleksić (detto<br />
“il pittore Nika”) seguiva principi pittorici tradizionali, già<br />
sperimentati e accettati che adottò a Vienna e portò con sé<br />
nella sua città natale di Arad. Aleksić è uno dei più importanti<br />
e fecondi pittori del classicismo nella pittura serba fino<br />
all’alba del Romanticismo. Ha lasciato una vasta raccolta di<br />
ritratti di uomini, donne e bambini di importanti famiglie<br />
del Banato. Si potrebbe dire che Aleksić creò una maniera<br />
riconoscibile nella ritrattistica e, sentendosi sicuro delle capacità<br />
pittoriche acquisite, faceva due, tre o quattro ritratti<br />
contemporaneamente. I suoi ritratti più tardi mostrano<br />
interamente lo spirito del classicismo Biedermeier, perciò<br />
sono annoverati fra i migliori della pittura serba della metà<br />
del XIX secolo.<br />
Sarebbe impossibile parlare della cultura e delle arti fra i<br />
serbi della Vojvodina senza nominare la prima pittrice serba,<br />
la colta Katarina Ivanović, che proveniva dalla Szekesfehervar.<br />
In quanto donna, non le era permesso dipingere quadri<br />
con soggetto religioso, perciò fu costretta a concentrarsi sulla<br />
ritrattistica, sulle nature morte, sulle scene di genere e, ciò<br />
che fu importante per lo sviluppo della pittura serba dell’epoca,<br />
su quadri storici di grandi dimensioni. La qualità della sua<br />
pittura segue lo stesso ordine, perciò la sua opera migliore è<br />
il famoso Autoritratto (fatto a circa venticinque anni) che affascina<br />
per la grazia e per l’eccellente realizzazione, seguita<br />
dal ritratto del poeta Sima Milutinović Sarajlija, che era il<br />
maestro di Njegoš; poi vengono i dipinti Viticoltore italiano,<br />
Natura morta con uva, Cesto con uva, Ragazzo con un’aquila,<br />
Donna anziana che prega prima del pasto, Morte di una<br />
povera signora, e il celeberrimo dipinto che illustra la conquista<br />
di Belgrado nel 1806 durante la Prima Insurrezione<br />
Serba. Fedele ai suoi sentimenti nazionali fino al suo ultimo<br />
giorno di vita, negli anni precedenti la morte donò i suoi<br />
quadri più importanti al Museo Nazionale di Belgrado, dove<br />
ancor oggi si trovano.<br />
Il crollo del sogno di libertà nel 1848 in tutta Europa<br />
portò anche ad un crollo dello spirito delle persone, e in<br />
Vojvodina la vita quotidiana fu pervasa da un senso di disillusione,<br />
di ritorno alla realtà. La seconda metà del XIX<br />
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