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adattarsi Moquette e carta da parati, pia - Segnalo.it

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- Essere creativi. Qui non controlla nessuno. Sì certo, si può essere assal<strong>it</strong>i <strong>da</strong> commenti<br />

lividi e cattivi. Può anche cap<strong>it</strong>are che qualcuno ti aizzi addosso i suoi amici di blog (mi è cap<strong>it</strong>ato<br />

e non me ne sono dimenticato ed ho provveduto a difendermi). Però, con qualche cautela, puoi<br />

far lasciare an<strong>da</strong>re i pensieri. Si può provare a <strong>da</strong>re ordine, partendo <strong>da</strong>l caos e <strong>da</strong>l disordine<br />

- Dare spazio al folletto “Spir<strong>it</strong>o allegro”. Buffoneggiare, anche (vero Surferella?). Una<br />

disposizione all’allegria, permette di allontanarci <strong>da</strong>lle tensioni, di relativizzare e di vedere pos<strong>it</strong>ivo.<br />

“Penso pos<strong>it</strong>ivo perché son vivo”, ma senza l’infin<strong>it</strong>a tristezza culturale dei newagisti che<br />

ruminano l’ideologia del pensiero pos<strong>it</strong>ivo. E che diventano così tetri e tristi<br />

Il tema della resilienza deve molto allo psicologo rumeno Boris Cyrulnik (figlio di deportati ad<br />

Auschw<strong>it</strong>z che riuscì a fuggire <strong>da</strong>l treno diretto ai campi di concentramento):<br />

“Due sono le parole chiave che caratterizzeranno il modo di osservare e di comprendere il<br />

mistero di chi ha superato un trauma e, una volta adulto, riguar<strong>da</strong> le cicatrici del passato.<br />

Le due strane parole che preparano il nostro sguardo sono «resilienza» e «ossimoro».<br />

Il termine «resilienza» è stato coniato in fìsica per descrivere l'att<strong>it</strong>udine di un corpo a resistere a<br />

un urto. Ma tale definizione attribuiva eccessiva importanza alla sostanza.<br />

Il termine è stato mutuato <strong>da</strong>lle scienze sociali per indicare «la capac<strong>it</strong>à di riuscire, di vivere e<br />

svilupparsi pos<strong>it</strong>ivamente, in maniera socialmente accettabile, nonostante lo stress o un evento<br />

traumatico che generalmente comportano il grave rischio di un es<strong>it</strong>o negativo» (Vanisten<strong>da</strong>el S.,<br />

Cles pour devenir: la resilience, 1998).<br />

Come diventare umani nonostante gli scherzi del destino? Questi interrogativi pieni di ammirazione<br />

sono emersi quando si è deciso di esplorare il continente dimenticato dell'infanzia.<br />

Il dolce Remi, in Senza famiglia, poneva il problema con parole molto chiare:<br />

«Sono un trovatello. Ho creduto di avere una mamma, come tutti gli altri bambini...»<br />

Due volumi dopo, una volta conosciuta l'infanzia di stra<strong>da</strong>, lo sfruttamento del lavoro minorile, le<br />

percosse, il furto e la malattia, Remi si gua<strong>da</strong>gna il dir<strong>it</strong>to di condurre una v<strong>it</strong>a socialmente<br />

accettabile a Londra e conclude con una canzone napoletana che canta le «dolci parole» e il<br />

«dir<strong>it</strong>to di amare».<br />

Il principio è esattamente lo stesso adottato <strong>da</strong> Charles Dickens che aveva attinto il tema della<br />

sofferenza e della v<strong>it</strong>toria <strong>da</strong>lla sua infanzia infelice e sfruttata.<br />

«Non vedevo alcuna ragione per cui [...] la feccia del popolo non servisse [...] a fini morali, così<br />

come il suo fiore più fine [...] Essa comprende le più belle e le più brutte sfumature della nostra<br />

natura [...] i suoi aspetti più vili e parte dei più belli.».<br />

Dopo aver letto Giovinezza di Lev Tolstoi, torna sempre alla mente il verso di Aragon: «È così che<br />

vivono gli uomini?» Anche Infanzia di Maksim Gorki descrive lo stesso percorso archetipico. Atto<br />

I, la desolazione: La mia infanzia (1913-1914); atto II, la riparazione: Fra la gente (1915-1916);<br />

atto III, il trionfo: Le mie univers<strong>it</strong>à (1923).<br />

Tutti i romanzi popolari c<strong>it</strong>ati sono imperniati su un'unica idea: le nostre sofferenze non sono<br />

vane, una v<strong>it</strong>toria è sempre possibile.<br />

Un tema che viene assurto a bisogno fon<strong>da</strong>mentale, a unica speranza dei disperati:<br />

«Se sai veder distrutta l'opera della tua v<strong>it</strong>a / E senza dire una sola parola rimetterti a costruire [...j<br />

/ Se sai essere duro senza mai infuriarti [...] / Se sai essere coraggioso e mai imprudente [...J /<br />

Se sai ottenere la v<strong>it</strong>toria dopo la sconf<strong>it</strong>ta [...] / Sarai un uomo figlio mio» (Rudyard Kipling).

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