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adattarsi Moquette e carta da parati, pia - Segnalo.it

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c<strong>it</strong>azioni<br />

C<strong>it</strong>azione: motivo linguistico, figurativo o sonoro tratto <strong>da</strong> un contesto estraneo, quindi facilmente<br />

riconoscibile, e inser<strong>it</strong>o in un contesto attuale.<br />

La c<strong>it</strong>azione è uno dei concetti con cui convenzionalmente si indica la memoria intertestuale dei<br />

testi nella filologia tradizionale. Un altro "interlocutore", assente, viene destato ed evocato nel<br />

proprio discorso.<br />

Nel Medioevo e nell'Antich<strong>it</strong>à si c<strong>it</strong>ava "a senso", non letteralmente - e quindi propriamente in<br />

modo "errato" - invece, a partire <strong>da</strong>l XVI secolo, le virgolette indicano la letteral<strong>it</strong>à dell'estratto.<br />

Attraverso la c<strong>it</strong>azione un testo dichiara di richiamarsi all'autor<strong>it</strong>à di un altro e interpreta un<br />

presente trascorso come tuttora efficace.<br />

La c<strong>it</strong>azione è una mo<strong>da</strong>l<strong>it</strong>à di formazione della memoria attraverso la ripetizione. Essa è attestata<br />

e messa a disposizione in raccolte o antologie di c<strong>it</strong>azioni, i "luoghi", in cui la circolazione della<br />

c<strong>it</strong>azione si sedimenta ed emerge la tensione tra ripet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à e ricercatezza. Nella misura in cui la<br />

c<strong>it</strong>azione fa tornare presente il passato inserendolo in un nuovo contesto essa può fungere <strong>da</strong><br />

caso paradigmatico, o addir<strong>it</strong>tura <strong>da</strong> modello del ricordo in generale.<br />

La facile c<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à e la dign<strong>it</strong>à di c<strong>it</strong>azione indicano due aspetti della c<strong>it</strong>azione come mo<strong>da</strong>l<strong>it</strong>à di<br />

trasmissione culturale.<br />

Il primo aspetto corrisponde alla forma con cui qualcosa si insinua nella memoria. Si indica con<br />

essa una sorta di posterior<strong>it</strong>à di ciò che viene ricor<strong>da</strong>to: tale posterior<strong>it</strong>à non è un presupposto,<br />

ma piuttosto un effetto della c<strong>it</strong>azione<br />

Il secondo aspetto è un modo dell''auctor<strong>it</strong>as, di quell'autor<strong>it</strong>à che attraverso la c<strong>it</strong>azione viene<br />

chiamata in causa e così trasfer<strong>it</strong>a sulla c<strong>it</strong>azione stessa. L'atto di c<strong>it</strong>are esibisce e dimostra il<br />

suo presupposto: la disponibil<strong>it</strong>à di ciò che viene richiamato e ripetuto e l'autor<strong>it</strong>à del discorso<br />

c<strong>it</strong>ato. Ciò che viene presentificato nella c<strong>it</strong>azione racchiude un presente che solo la c<strong>it</strong>azione<br />

conquista e che non è <strong>da</strong>to prima della ripetizione in essa: una presenza che si <strong>da</strong> a posteriori,<br />

postuma.<br />

Nella c<strong>it</strong>azione l'evocazione del ricordo è un "travisare", il contesto <strong>da</strong> cui la c<strong>it</strong>azione è tratta<br />

viene spezzato e la c<strong>it</strong>azione ne viene estrapolata per poter essere conservata e quindi poter<br />

tornare in uso.<br />

W. Benjamin ha proposto una formula per indicare questo nesso di distruzione e permanenza:<br />

«alcuni traman<strong>da</strong>no le cose rendendole intangibili e conservandole, altri le s<strong>it</strong>uazioni, mettendole<br />

a disposizione e liqui<strong>da</strong>ndole» (in II carattere distruttivo).<br />

In quanto c<strong>it</strong>azioni le parole o le frasi sono svincolate <strong>da</strong>l contesto in cui generano senso.<br />

Trasfer<strong>it</strong>o e inser<strong>it</strong>o in un'altra costellazione ciò che viene c<strong>it</strong>ato diviene leggibile tram<strong>it</strong>e il testo in<br />

cui è c<strong>it</strong>ato, stabilendo nuove connessioni e acquisendo un nuovo contesto. Anche la scr<strong>it</strong>tura<br />

della storia può essere defin<strong>it</strong>a - in senso lato - come una forma di «c<strong>it</strong>azione» attraverso cui<br />

«quello che di volta in volta è l'oggetto storico viene strappato al suo contesto»<br />

(Benjamin, I passages di Parigi)<br />

e in tal modo conservato per divenire finalmente leggibile.<br />

La dign<strong>it</strong>à di c<strong>it</strong>azione e la facile c<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à impostano la differenza fra la consacrazione di un nome<br />

attraverso la c<strong>it</strong>azione e l'anonim<strong>it</strong>à della c<strong>it</strong>azione.<br />

Come topos, fra l'attribuzione di autor<strong>it</strong>à attraverso la voce di una personal<strong>it</strong>à del passato e<br />

l'anonimato di ciò che viene semplicemente ripetuto. Ciò che viene c<strong>it</strong>ato abbastanza di frequente<br />

non esige più alcuna autor<strong>it</strong>à alle spalle, ma piuttosto una ricorrenza, che lo rende un luogo<br />

comune, e una ripetibil<strong>it</strong>à (meme).<br />

Il "detto proverbiale" può anche aver conservato nel lessico delle c<strong>it</strong>azioni il riferimento alla fonte<br />

originaria , tuttavia, più è proverbiale, meno fa riferimento a quest'origine.<br />

La c<strong>it</strong>azione è una cerniera fra passato e presente nella misura in cui interrompe il discorso<br />

presente per richiamare il passato e inserirlo come frammento. La condizione interessa il<br />

discorso attuale, ma mantiene lo stesso la possibil<strong>it</strong>à, che le aleggia intorno come uno spettro, di<br />

un'ulteriore penetrazione del testo attraverso altri discorsi.<br />

In: Nicolas Pethes, Jens Ruchatz (edizione <strong>it</strong>aliana a cura di Andrea Borsari, Dizionario della<br />

memoria e del ricordo, Bruno Mon<strong>da</strong>dori, 2002, pagg. 87-89

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