adattarsi Moquette e carta da parati, pia - Segnalo.it
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CICLO DI VITA INFANZIA<br />
SAROYAN WILLIAM, LA COMMEDIA UMANA,<br />
OVERSEAS EDITIONS, Inc New York, 1945<br />
IL PICCOLO Ulisse Macauley stava un giorno tutto intento ad osservare il nuovo buco di talpa, che<br />
c'era nel giardinetto dietro casa, a Santa Giara Avenue, in Itaca, c<strong>it</strong>tadina della California. La<br />
talpa di questo nuovo buco buttava fuori gran quant<strong>it</strong>à di terriccio fresco e s<strong>pia</strong>va il ragazzine,<br />
che era certamente un estraneo, ma non forse proprio un nemico. Prima che Ulisse avesse fin<strong>it</strong>o<br />
di godersi questo miracolo, uno dei tanti uccelli di Itaca volò dietro il fogliame del vecchio noce, e,<br />
preso posto su un ramo, dette la stura alla sua gioia, richiamando così l'attenzione del ragazzo<br />
<strong>da</strong>lla terra all'albero. Un treno merci rombava e sbuffava <strong>da</strong> lontano. Il ragazzine stette a sentire:<br />
la corsa del treno gli faceva tremare la terra sotto ai piedi. B allora scappò di gran corsa, e gli<br />
parve di an<strong>da</strong>r più svelto di tutte le cose del mondo.<br />
Arrivò proprio in tempo per vedere tutto il treno al passaggio al livello, <strong>da</strong>lla locomotiva all'ultimo<br />
carro. Fece segno con la mano al macchinista, ma quello non si smosse. Fece segno a cinque o<br />
sei altri passeggeri, e anche quelli niente. Avrebbero potuto benissimo ricambiar il gesto, ma non<br />
lo fecero. E in ultimo, vide un negro che si sporgeva <strong>da</strong> un carro merci: il suo canto gli giunse<br />
sopra il fracasso del treno.<br />
«Oh, non <strong>pia</strong>ngere, mia cara. Oh, non <strong>pia</strong>nger tutto il dì ! Canteremo una canzone — la canzone<br />
della casa, Della nostra vecchia casa — nel lontano Kentucky. »<br />
Ulisse fece segno anche al negro, e allora si vide una gran cosa straordinaria, che nessuno mai<br />
se la sarebbe aspettata: quell'uomo nero e diverso <strong>da</strong> tutti gli altri fece segno a lui e gridò: «Vado<br />
a casa, ragazzo! Me ne torno a casa mia!»<br />
E continuarono a salutarsi con gran gesti, finché il treno quasi non sì vedeva più.<br />
A questo punto Ulisse si guardò intorno, ed ecco, vide lì proprio intorno a sé questo suo mondo<br />
strano, pieno di gramigne e rottami, meraviglioso, illogico, eppure bellissimo. Un vecchio con un<br />
sacco sulle spalle veniva giù lungo la ferrovia. Anche a lui Ulisse mandò un saluto con la mano,<br />
ma quello era troppo vecchio e stanco per gradire le espansioni di un ragazzino. Lo guardò come<br />
fossero già morti tutti e due.<br />
E così Ulisse andò <strong>pia</strong>n <strong>pia</strong>no verso casa, e dentro di sé ascoltava ancora quel treno, e il canto dì<br />
quel negro e le allegre parole: «Vado a casa, ragazzo! Me ne torno a casa mia.» Si fermò vicino<br />
a un nespolo per ripensarci meglio, prendendo a calci le nespole marce e giallastre, che stavano<br />
in terra. E, passato un momento, fece il sorriso specialissimo dei Macauley, quel sorriso gentile,<br />
saggio e riservato che dice di sì a tutte le cose.<br />
Quando voltò all'angolo e scorse la casa dei Macauley, Ulisse cominciò a saltellare su un piede e<br />
poi sull'altro; inciampò e cadde <strong>da</strong>lla gioia, ma si rimise in piedi e riprese la corsa.<br />
La mamma era nel giardinetto a <strong>da</strong>r <strong>da</strong> mangiare ai polli, e guar<strong>da</strong>va il suo bambino correre,<br />
cascare, rialzarsi, inciampare di nuovo. Svelto ma tranquillo, le venne vicino, e poi andò a cercare<br />
le uova nel cesto delle galline. Ne trovò uno. Lo guardò ben bene per \in momento, lo prese, lo<br />
portò alla mamma, e glielo porse cautamente; e con questo intendeva dire una cosa che nessun<br />
uomo può indovinare e nessun bambino può ricor<strong>da</strong>re per raccontarla poi.<br />
in SAROYAN WILLIAM