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adattarsi Moquette e carta da parati, pia - Segnalo.it

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vivere famiglie familismo amorale<br />

"I familiari fanno cerchio perché Cogne insegna. I membri della famiglia e i vicini di casa hanno una<br />

capac<strong>it</strong>à sorprendente di ignorare o fingere di ignorare che cosa accade <strong>da</strong>vanti ai loro occhi,<br />

come spesso succede con gli abusi sessuali, la violenza, l'alcolismo, la follia o la semplice<br />

infelic<strong>it</strong>à. Esiste un livello sotterraneo dove tutti sanno quello che sta succedendo, ma in<br />

superficie si mantiene un atteggiamento di assoluta normal<strong>it</strong>à, quasi una regola di gruppo che<br />

impegna tutti a negare ciò che esiste e si percepisce.<br />

Siamo al diniego che è il primo a<strong>da</strong>ttamento della famiglia alla devastazione causata <strong>da</strong> un<br />

membro, sia esso alcolista, o drogato, o pedofilo, o violento, o folle, o infantici<strong>da</strong>. La sua<br />

presenza deve essere negata, ignorata, sfugg<strong>it</strong>a o spiegata come qualcos'altro, altrimenti si<br />

rischia di tradire la famiglia. Qui scatta quella che potremmo definire la "morale della vicinanza",<br />

che è quanto di più pernicioso ci sia per la coscienza privata, e a maggior ragione per quella<br />

pubblica. Infatti, la morale della vicinanza tende a difendere il gruppo (familiare, comun<strong>it</strong>ario) e a<br />

ignorare tutto il resto. E così finisce col sost<strong>it</strong>uire alla responsabil<strong>it</strong>à, alla sensibil<strong>it</strong>à morale, alla<br />

compassione, al senso civico, al coraggio, all'altruismo, al sentimento della comun<strong>it</strong>à,<br />

l'indifferenza, l'ottundimento emotivo, la desensibilizzazione, la freddezza, l'alienazione, l'apatia,<br />

l'anomia e alla fine la sol<strong>it</strong>udine di tutti nella v<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà".<br />

Umberto Galimberti, in La Repubblica 27 maggio 2005<br />

in GALIMBERTI UMBERTO<br />

vivere famiglie madri<br />

Era incastonata così profon<strong>da</strong>mente nella mia coscienza che penso di aver creduto, durante tutto<br />

il primo anno di scuola, che ognuna delle insegnanti fosse mia madre sotto ment<strong>it</strong>e spoglie.<br />

in ROTH PHILIP<br />

vivere invecchiare FAMIGLIE<br />

Un uomo sa quando sta diventando vecchio perché comincia ad assomigliare a suo padre.<br />

in Marquez Gabriel García<br />

vivere lim<strong>it</strong>i<br />

Mancanza di integr<strong>it</strong>à, invalid<strong>it</strong>à, <strong>da</strong>nni alle funzioni fìsiche, psichiche e spir<strong>it</strong>uali ci hanno sempre<br />

accompagnato; ogni essere vivente e, in senso stretto, ogni essere umano nasce con alcune<br />

imperfezioni - siano esse causate <strong>da</strong> un patrimonio genetico sfavorevole, <strong>da</strong> malattie contratte in<br />

gravi<strong>da</strong>nza o <strong>da</strong> <strong>da</strong>nni legati al parto; nel corso della loro esistenza gli esseri umani subiscono di<br />

continuo <strong>da</strong>nni maggiori o minori. Incidenti, malattie e vecchiaia lasciano in ered<strong>it</strong>à <strong>da</strong>nni<br />

permanenti. Più si invecchia, più aumenta<br />

il grado di invalid<strong>it</strong>à; in qualche modo o in qualche loro parte tutte le nostre capac<strong>it</strong>à fisiche,<br />

psichiche e spir<strong>it</strong>uali subiscono <strong>da</strong>nni e perdono efficienza. L'esperienza e il confronto con i<br />

difetti ineliminabili è senza dubbio una condizione caratteristica e peculiare dell'essere umano -<br />

addir<strong>it</strong>tura una condizione tipica di ogni essere vivente.<br />

[…]<br />

Nella v<strong>it</strong>a dell'essere umano è molto importante e talmente tipico fare esperienza di questi <strong>da</strong>nni<br />

permanenti arrecati alle nostre funzioni psichiche e spir<strong>it</strong>uali che in questo caso, in via<br />

sperimentale, si potrebbe parlare di reazioni archetipiche.<br />

Ipotizziamo che esista un "archetipo dell'invalido".<br />

in GUGGENBUHL-CRAIG ADOLF

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