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DIARIO<br />
254. Sono una "diarista" convinta (e questo blog ne è in qualche modo testimone). Amo anche (e<br />
soprattutto) i diari degli altri, perché mi <strong>da</strong>nno l'impressione di entrare nella loro psicologia, di<br />
comprendere a fondo quello che in altre letture resta solo in superficie. Il diario che mi ha<br />
affascinato più di tutti è quello di André Gide, perché è la storia di uno spir<strong>it</strong>o inquieto, ma anche<br />
la lezione di un maestro del gusto.<br />
Forse nella letteratura <strong>it</strong>aliana non abbiamo una grande tradizione diaristica. Se guardo all'800<br />
penso a Niccolò Tommaseo, al suo "pecco, mi pento, ripecco". Il suo è un buon diario, non<br />
costru<strong>it</strong>o "ad arte". Quello di Leopardi non si può definire "strictu sensu" un diario; troppo<br />
compos<strong>it</strong>o, poco incline al biografismo sincero (che invece è assai più deducibile <strong>da</strong>l suo<br />
epistolario). Per quanto riguar<strong>da</strong> il '900, invece, mi sono <strong>pia</strong>ciuti molto i diari "morali" di Corrado<br />
Alvaro, scr<strong>it</strong>tore che credo abbia scr<strong>it</strong>to proprio fra quelle pagine le sue cose migliori. E poi c'è<br />
Tommaso Landolfi (ancora lui): i suoi diari sono solo in apparenza lavori "letterari", in realtà non<br />
fanno altro che denunciare una tragedia. Anche D'Annunzio (autore che non sta di sol<strong>it</strong>o in cima<br />
ai miei pensieri) ha scr<strong>it</strong>to buone pagine di journal, a volte mi diletto a leggerle, anche con<br />
passione.<br />
in<br />
DIARIO BLOG<br />
"Questo, lettore, é' un libro sincero. Ti avverto fin <strong>da</strong>ll'inizio che non mi sono proposto, con esso,<br />
alcun fine, se non domestico e privato. Non ho tenuto in alcuna considerazione nè il tuo vantaggio<br />
nè la mia gloria. Le mie forze non sono sufficienti per un tale propos<strong>it</strong>o.<br />
Se lo avessi scr<strong>it</strong>to per procacciarmi il favore della gente, mi sarei adornato meglio e mi<br />
presenterei con atteggiamento studiato.Voglio che mi si ve<strong>da</strong> qui nel mio modo d'essere semplice,<br />
naturale e consueto,senza affettazione ne artificio: perché è me stesso che dipingo.<br />
Si leggeranno qui i miei difetti presi sul vivo e la mia immagine naturale, per quanto me l'ha<br />
permesso il rispetto pubblico. Ché se mi fossi trovato tra quei popoli che si dice vivano ancora<br />
nella dolce libertà delle prim<strong>it</strong>ive leggi della natura, ti assicuro che ben volentieri mi sarei qui dipinto<br />
per intero, e tutto nudo.<br />
Cosi', lettore, sono io stesso la materia del mio libro: non c'e' ragione che tu spen<strong>da</strong> il tuo tempo<br />
su un argomento tanto frivolo e vano.<br />
Addio dunque, <strong>da</strong> Montaigne il primo marzo millecinquecentottanta."<br />
Michel de Montaigne. Testi presentati <strong>da</strong> André Gide, Adelphi, p. 43<br />
traduzione di Fausta Garavini<br />
in Montaigne<br />
DIARIO CITAZIONI<br />
Un buon pensiero che abbiamo letto, una cosa che ci abbia colp<strong>it</strong>o nell'ascoltarla, li riportiamo<br />
volentieri nel nostro diario. Se ci prendessimo però ugualmente la pena di annotare <strong>da</strong>lle lettere<br />
dei nostri amici osservazioni, caratteristiche, garbati giudizi, detti fugaci e arguti, potremmo<br />
divenire molto ricchi. Ci sono lettere che si conservano per non rileggerle mai più, infine viene il<br />
giorno che si distruggono per discrezione, e così ne scompare il più bello e più immediato al<strong>it</strong>o di<br />
v<strong>it</strong>a, e non sarà possibile né per noi né per altri riprodurlo mai più. Io mi propongo di riparare a<br />
questa negligenza...<br />
Johann Wolfgang Goethe - Le affin<strong>it</strong>à elettive<br />
in Goethe Johann Wolfgang