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EROS<br />
SINTESI DELLA VOCE EROS CURATA DA GIOVANNI BOTTIROLI<br />
ENCICLOPEDIA EINAUDI - VOLUME 5 (Pag.656-681)<br />
L’eros comunemente viene connesso all’amore, per sottolinearne la differenza o la<br />
complementar<strong>it</strong>à: l’eros è qualcosa di diverso <strong>da</strong>ll’amore, l’eros si completa con l’amore e<br />
viceversa; ma anche: l’eros si oppone all’amore, l’eros è la parte di amore a cui va applicata una<br />
decisa censura. Tutte queste convinzioni, che cost<strong>it</strong>uiscono un complesso luogo comune,<br />
diversamente connotato a secon<strong>da</strong> dell’ideologia che ad esso si applica, sembrano trascurare<br />
anche in minima parte la lezione freudiana (più di rado ne cost<strong>it</strong>uiscono una qualche forma di<br />
superamento). <br />
Se infatti il soddisfacimento, più o meno completo, delle pulsioni (cfr. pulsione, inconscio), anzi la<br />
risoluzione di qualsiasi confl<strong>it</strong>to, fon<strong>da</strong>ta sul superamento di ogni forma di castrazione e<br />
complesso (o almeno di quelle dominanti), si considera come punto di riferimento necessario,<br />
allora l’eros difficilmente potrà venire assimilato a un generico desiderio e/o <strong>pia</strong>cere senza amore<br />
(e l’amore non rischierà di essere considerato al di là del <strong>pia</strong>cere); né tanto meno si potrà<br />
sostenere generalizzando che all’eros sia riservato il desiderio e all’amore il <strong>pia</strong>cere. <br />
SINTESI DELLA VOCE EROS CURATA DA GIOVANNI BOTTIROLI<br />
ENCICLOPEDIA EINAUDI - VOLUME 5 (Pag.656-681)<br />
L’eros comunemente viene connesso all’amore, per sottolinearne la differenza o la<br />
complementar<strong>it</strong>à: l’eros è qualcosa di diverso <strong>da</strong>ll’amore, l’eros si completa con l’amore e<br />
viceversa; ma anche: l’eros si oppone all’amore, l’eros è la parte di amore a cui va applicata una<br />
decisa censura. Tutte queste convinzioni, che cost<strong>it</strong>uiscono un complesso luogo comune,<br />
diversamente connotato a secon<strong>da</strong> dell’ideologia che ad esso si applica, sembrano trascurare<br />
anche in minima parte la lezione freudiana (più di rado ne cost<strong>it</strong>uiscono una qualche forma di<br />
superamento). <br />
Se infatti il soddisfacimento, più o meno completo, delle pulsioni (cfr. pulsione, inconscio), anzi la<br />
risoluzione di qualsiasi confl<strong>it</strong>to, fon<strong>da</strong>ta sul superamento di ogni forma di castrazione e<br />
complesso (o almeno di quelle dominanti), si considera come punto di riferimento necessario,<br />
allora l’eros difficilmente potrà venire assimilato a un generico desiderio e/o <strong>pia</strong>cere senza amore<br />
(e l’amore non rischierà di essere considerato al di là del <strong>pia</strong>cere); né tanto meno si potrà<br />
sostenere generalizzando che all’eros sia riservato il desiderio e all’amore il <strong>pia</strong>cere. <br />
Se l’eros è (o rappresenta?) l’intera pulsione di v<strong>it</strong>a, che ha bisogno di una certa «energia» per<br />
affermarsi (la libido, in particolare, per le pulsioni sessuali), allora l’eros assume effettivamente,<br />
com’è stato detto, una portata speculativa generale, cost<strong>it</strong>uendo quasi il luogo, culturalmente e<br />
non solo biologicamente defin<strong>it</strong>o (cfr. maschile/femminile, uomo/donna, donna), della sessual<strong>it</strong>à,<br />
senza però che quest’ultima, trasfer<strong>it</strong>a in un discorso e/o in un’immagine, cessi di esistere come<br />
tale.<br />
Nel Conv<strong>it</strong>o, PAUSANIA distingue <strong>da</strong>ll’eros volgare, che si rivolge ai corpi, l’eros celeste, che si<br />
rivolge alle anime. Il medico ERISSIMACO vede nell’amore una forza cosmica che determina le<br />
proporzioni e l’armonia di tutti i fenomeni così nell’uomo come nella natura. ARISTOFANE, col m<strong>it</strong>o<br />
degli esseri prim<strong>it</strong>ivi composti d’uomo e di donna (androgini), divisi <strong>da</strong>gli dèi per punizione in due<br />
metà di cui l’una va in cerca dell’altra per unirlesi e ricost<strong>it</strong>uire l’essere prim<strong>it</strong>ivo, esprime uno dei<br />
caratteri fon<strong>da</strong>mentali che l’amore rivela nell’uomo: l’insufficienza. Da questo carattere, appunto,<br />
prende le mosse SOCRATE: l’amore desidera qualche cosa che non ha, ma di cui ha bisogno, ed<br />
è quindi mancanza. Il m<strong>it</strong>o infatti lo dice figlio di Povertà (Penìa) e di Acquisto (Poros); come tale<br />
esso non è un dio, ma un dèmone; perciò non ha la bellezza ma la desidera, non ha la sapienza<br />
ma aspira a possederla ed è quindi filosofo, mentre gli dèi sono sapienti. L’amore è dunque<br />
desiderio di bellezza; e la bellezza si desidera perché è il bene che rende felici. L’uomo che è<br />
mortale tende a generare nella bellezza e quindi a perpetuarsi attraverso la generazione,<br />
lasciando dopo di sé un essere che gli somiglia. La bellezza è il fine, l’oggetto dell’amore. Ma la<br />
bellezza ha gradi diversi ai quali l’uomo può sollevarsi solo successivamente attraverso un lento<br />
cammino. In primo luogo, è la bellezza di un corpo quella che attrae ed avvince l’uomo. Poi egli si<br />
accorge che la bellezza è uguale in tutti i corpi e così passa a desiderare e ad amare tutta la<br />
bellezza corporea. Ma al di sopra di essa c’è la bellezza dell’anima; al di sopra ancora, la bellezza<br />
delle ist<strong>it</strong>uzioni e delle leggi e poi la bellezza delle scienze e infine, al di sopra di tutto, la bellezza