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Una piccola folla si stava stancamente radunando sotto i portici delle case di<br />
legno che si affacciavano sulla strada. Tanti occhi, tutti fissi su di lui.<br />
C‟erano i grandi occhi della tenutaria del bordello. Si narra che una volta erano<br />
stati viola, ora il colore non si vedeva più, nascosto dal pesante trucco che li<br />
circondava. Lei, la Leggenda, l‟aveva conosciuta quando ancora era Nessuno.<br />
L‟aveva amato, anche. A modo suo, ovviamente. A pagamento. Per lui aveva<br />
tremato tante volte, in gioventù, e tante volte era stata in procinto di perderlo.<br />
Ma lui era sempre riuscito a sopravvivere, aveva la pelle dura, la Leggenda.<br />
Durissima. Ma ora non pensava più a lui, non ci pensava più da tempo. Ora<br />
doveva pensare alle sue ragazze, al bordello, agli uomini anche. Uomini che<br />
erano sempre meno, che avevano sempre meno soldi e quei pochi preferivano<br />
spenderli al saloon, che un bicchiere costa meno di una ragazza. Di carovane di<br />
passaggio, poi, non se ne vedevano più da tempo. Aveva passato tutta la mattina<br />
a far quadrare i conti, ma si sentiva sempre più stanca, non più in grado di<br />
mandare avanti la baracca. Però, era sicuro che almeno quel giorno le sue ragazze<br />
avrebbero lavorato. Un duello avrebbe attirato molti uomini, e lei sapeva<br />
per esperienza che avrebbe acceso i loro animi. Non sapeva il perché, ma<br />
era sempre così. La sera di ogni duello, il suo locale era sempre pieno. Ma lei<br />
non riusciva a esserne felice. Ogni volta, quando in strada c‟era la Leggenda,<br />
non riusciva proprio a essere felice.<br />
C‟erano gli occhi avidi del becchino. Lui invece si che era contento, ogni volta<br />
che c‟era un duello. Comunque sarebbe andata, il vincitore sarebbe stato sicuramente<br />
lui. Le misure per la cassa, alla Leggenda, ormai non le prendeva più.<br />
Le sapeva a memoria, ormai, e poi aveva imparato che sarebbe stato inutile.<br />
Aveva smesso di prenderle anche all‟avversario di turno perché gli sembrava<br />
di cattivo gusto prenderle solo a uno dei due contendenti. Era un becchino, si,<br />
ma anche un signore. E poi avrebbe avuto tutto il tempo di farlo dopo. Quello<br />
era ciò che più adorava del suo mestiere, poteva sempre fare le cose con<br />
calma. Ormai non si faceva neanche più pagare in anticipo. In genere quello<br />
che i pistoleri avevano addosso, quei quattro soldi, gli stivali, il cappello e la<br />
pistola, se era fortunato anche un cinturone carico o addirittura un cavallo,<br />
ripagavano abbondantemente quelle casse sgangherate che produceva con legno<br />
scadente e la fatica di scavare, che spesso demandava a qualche robusto