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i monti e le piste, aveva fermamente preteso che il figlio imparasse a leggere,<br />
giovandosi delle lezioni di un missionario che accompagnava i coloni lungo il<br />
Judith River ed ora MacPherson era davvero grato per quelle ore trascorse sugli<br />
abbecedari illustrati perché in questo modo aveva potuto far fronte alle stagioni<br />
invernali senza rimanere vittima della noia o dello sconforto, scoprendo<br />
nuovi mondi, luoghi o genti affascinanti attraverso quei piccoli segni<br />
d‟inchiostro stampato che raccontavano storie favolose. L‟occasione gli era<br />
capitata durante l‟annuale rendez-vous estivo dei montanari del 1838, nella Wind<br />
River Valley, quando aveva potuto barattare uno stock di buone pelli di castoro<br />
con un‟intera cassetta piena di libri provenienti dall‟Europa. L‟incredulo<br />
commerciante dovette pensare di aver fatto l‟affare della sua vita, liberandosi<br />
di quell‟ingombrante peso di inutile carta stampata per un prezioso carico di<br />
pellicce, ma per Jedediah fu come mettere le mani su una Vena Madre e quello<br />
fu l‟inizio della sua piccola ma capace biblioteca, faticosamente accresciuta di<br />
anno in anno con i rari libri che riusciva a trovare. Ora la sua mensola comprendeva,<br />
tra gli altri volumi, traduzioni in inglese della Bibbia, dell‟<strong>Il</strong>iade e<br />
dell‟Odissea, della La morte di Artù di Malory, dell‟Orlando Furioso di Ariosto e<br />
poi Ivanhoe e Rob Roy di Scott, <strong>Il</strong> castello di Otranto di Walpole, I misteri di Udolpho<br />
della Radcliffe, Frankenstein, or the Modern Prometheus della Shelley, I viaggi di Gulliver<br />
di Swift, le ballate liriche di Coleridge, alcuni racconti di Poe e una versione<br />
inglese illustrata dell‟atlante astronomico Uranographia di J. J. Bode, poderoso<br />
libro che Jedediah aveva assai caro, dato che era sempre stato affascinato<br />
dalla volta celeste e dal fiume di stelle che l‟attraversava, ed ora poteva conoscere<br />
la posizione e il nome degli astri più luminosi, individuare le costellazioni<br />
maggiori (faticosamente, data la “pesantezza” delle figure che ne limitavano i<br />
confini, prevalendo intrusivamente e confusamente sulla posizione delle stelle),<br />
passare insomma con rinnovato interesse le notti di un nero trasparente<br />
punteggiate di lontani globi infuocati all‟aperto. Ammirare il cielo stellato era il<br />
solo vero appagamento che riusciva a provare, oltre che sentirsi parte integrante<br />
dell‟universo naturale in cui viveva, e nonostante quel che aveva appreso<br />
dai libri, la sua mente cercava di guardare oltre ciò che comunicavano i sensi,<br />
sforzandosi di immaginare i grandi abissi spaziali che percepiva alzando lo<br />
sguardo verso il nero punteggiato di migliaia di bagliori siderali, come diamanti