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sparsi disordinatamente su velluto di tenebra da un‟onnipotente mano cosmica.<br />
Sentiva di essere in qualche modo legato a quell‟infinito incomprensibile,<br />
pur non riuscendo mai a coglierne il reale volto, che restava ostentatamente<br />
nascosto. Ma una corrispondenza di sensi c‟era comunque, l‟avvertiva nel profondo,<br />
ogni notte che passava all‟aperto sotto la volta fiammeggiante di mille<br />
soli. Riconosceva la cerulea Vega e l‟arancione Arcturus, riusciva a distinguere<br />
con la sua vista acuta la Nebulosa di Orione sotto le tre stelle gemelle Alnitak,<br />
Anilam e Mintaka, risolveva bene anche le azzurre Pleiadi e l‟occhio rosso di<br />
Antares, la lattiginosità di Andromeda e la sfuggevolezza della Polare. <strong>Il</strong> cosmo<br />
si specchiava nei suoi occhi, filtrava nel suo cervello, comunicava con lui<br />
messaggi troppo saggi per essere decodificati… un ulteriore apprendistato,<br />
fuori dalle sue possibilità, doveva essere intrapreso per sondare gli abissi luminosi<br />
del creato. Era rassegnato a questo stato di “isolamento” dai misteri cosmici,<br />
che pure avvertiva tutt‟intorno a lui, riflessi in mille modi diversi. Era<br />
già stato difficile trovare una propria collocazione nell‟ostile ambiente naturale<br />
delle Rockies, non poteva pretendere di più. E gli bastava essere certo di fare<br />
parte, in qualche insignificante modo a lui ignoto, di quella giostra di astri millenaria,<br />
lassù oltre le nuvole. Nonostante la pensosità del suo carattere, lontana<br />
dalla giovialità dei montanari e delle guide abituati ai gruppi numerosi e ai rendez-vous<br />
in pianura, nessuno avrebbe potuto dire che Jedediah MacPherson “avesse<br />
i piedi freddi”, espressione gergale dei trappers ad indicare la persona codarda,<br />
poiché fin dalla nascita, avvenuta su una chiatta che attraversava il Judith<br />
River nella primavera del 1800, la sua vita aveva preso il sentiero dei<br />
mountain men, condividendone ogni esperienza possibile, seguendo il ciclo stagionale<br />
delle cacce, partecipando alle spedizioni per la mappatura di aree ancora<br />
inesplorate del territorio delle Rockies, trovando lavoro nelle più importanti<br />
compagnie per il commercio delle pelli e facendo presenza in quasi tutti i<br />
grandi rendez-vous annuali di montanari, trapper e guide indiane. Nel 1824 si aggregò<br />
alla compagnia Ashley-Henry, di cui facevano parte leggendari personaggi<br />
come Jim Bridger, David Jackson, il suo omonimo Jedediah Smith,<br />
Thomas Fitzpatrick, John Weber e Hugh Glass, diretta all‟Upper Missouri River<br />
ma poi costretta a deviare nel territorio che sarebbe poi diventato lo Utah<br />
settentrionale, dove scoprì aree vergini per la caccia ancora fuori dal controllo