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QUI! - Il Far West

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sottostante, dove si esaurì con un soffio di calore e un barbaglio luminoso subito<br />

riassorbito tra gli alberi, che per un microsecondo risultarono perfettamente<br />

visibili in tutta la valle circondata dai monti. Fu tutto. L‟occhio nel cielo<br />

si chiuse e scomparve, come mai esistito. I veli aurorali si addensarono nuovamente,<br />

come non fossero stati mai disturbati da alcuna perturbazione celeste.<br />

Jedediah non ebbe neppure il tempo si sobbalzare, che tutto si era già<br />

compiuto… lasciandosi il dubbio se davvero fosse accaduto qualcosa. Alzatosi<br />

dalla sua postazione, il montanaro si affacciò sul crepaccio, guardando in basso,<br />

dove il buio era tornato tra gli abeti di sotto, immersi nel silenzio. Qualcosa<br />

però si stava muovendo, nel folto della boscaglia. Vide le luci tremolanti di<br />

torce indiane avvicinarsi piano e in circolo quasi perfetto al punto in cui si era<br />

insaccato il bolide, che, ma non poteva esserne certo, sembrava emanare una<br />

lattiginosa fosforescenza, ai limiti della percepibilità visiva. <strong>Il</strong> cerchio di fuoco<br />

si restrinse fino a diventare quasi un anello… e poi nulla più accade, almeno di<br />

visibile dallo sperone roccioso dove si trovava Jedediah. Forse gli indiani avevano<br />

piantato a terra le torce, avvicinandosi quindi al punto di impatto, o si<br />

erano seduti nei pressi, magari in estatica adorazione… ma come facevano a<br />

sapere quel che sarebbe successo quella notte? Perché si trovavano già lì, proprio<br />

attorno al punto preciso di territorio destinato ad accogliere la luce astrale?<br />

Indubbiamente erano a conoscenza di qualcosa che Jedediah ignorava, e lo<br />

erano da tempo… forse che quel suono sibilante che si trasmetteva dagli elementi<br />

ferrosi delle lance fosse una sorta di comunicazione non verbale? Ma da<br />

parte di chi? Dagli spiriti cacciatori dell‟aria, dai Manabai’wok? O da quali altre<br />

entità celesti? Le domande si affollarono nel cervello di Jedediah, destinate a<br />

rimanere senza risposta… perché evidentemente non era lui il depositario per<br />

tali conoscenze, ma gli indiani Ute. <strong>Il</strong> messaggio, se tale fosse stato, era destinato<br />

a loro. Incidentalmente, lui era stato testimone e partecipe dell‟evento,<br />

che però non lo riguardava direttamente. L‟infinito universo sopra di lui aveva<br />

comunicato, senza farsi comprendere, concedendogli solo di poter essere presente<br />

alla ricezione. Jedediah conosceva bene le leggi che la natura aveva imposto<br />

tra le Rockies, dove non si può pensare ed agire come si farebbe nella<br />

società costruita dall‟uomo, dove bisogna abbandonare schemi di pensiero<br />

precostituiti e illusioni di moralità, regredire all‟aspetto più belluino per poter

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