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QUI! - Il Far West

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luce rossa, che avevano spazzato la volta celeste in ammiccanti flussi luminosi<br />

e sinuose cascate di magica fluorescenza scarlatta, lampeggiando senza interruzione<br />

fino all‟alba. Non era la prima volta che Jedediah contemplava<br />

l‟ipnotico spettacolo delle luci danzanti nel cielo, simili a giganteschi tendaggi<br />

luminosi e agitati nel vuoto, da orizzonte a orizzonte: ebbe occasione di vederlo<br />

per la prima volta molto più a Nord, durante una missione esplorativa con<br />

un gruppo di montanari sulle gelate Rockies canadesi, e poi ancora lungo la<br />

valle del Yellowstone River. Allora la fantasmagoria fluorescente aveva assunto<br />

le gradazioni del verde-azzurro, a volte tendente al giallo, e si manifestava<br />

con immani macchie pulsanti nel cielo dopo il crepuscolo, che man mano si<br />

mutavano in onde sussultanti, curvilinee pieghe di un gigantesco arazzo luminoso,<br />

lievemente ondeggiante, che s‟innalzava all‟infinito nello spazio nero e<br />

punteggiato di stelle, visibili attraverso il flusso di luce tremolante. Un trapper<br />

di origine norvegese che era con loro, il gigantesco Brage Olsen, raccontò che<br />

quelle vaste luminescenze boreali fossero, secondo la credenza popolare di<br />

quelle terre lontane, il riflesso della luce solare sugli scudi delle Valchirie, le<br />

vergini donne-guerriero, che conducevano le anime dei nobili caduti in battaglia<br />

nel Walhalla al cospetto di Odino stesso, mentre le genti della Fennoscandia,<br />

i Sami o Lapponi, ritenevano si trattasse di messaggeri divini. Jedediah aveva<br />

sentito invece che per gli indiani Menominee del Wisconsin le luci indicavano<br />

la presenza dei Manabai’wok, gli spiriti amichevoli dei giganti cacciatori<br />

e pescatori che con le loro fiocine si apprestavano a cercare dove cacciare, lassù<br />

nel gelido vento del Nord. Non è che gli importasse molto alla fine sapere<br />

quale ipotesi fosse la più convincente, non essendo tale per lui nessuna, gli bastava<br />

semplicemente constatare che lo spettacolo offerto fosse magnifico ed<br />

innocuo. A differenza delle aurore viste in anni precedenti e in territori molto<br />

più settentrionali, quelle che Jedediah contemplò nelle due notti del 27 e 28<br />

agosto 1859 erano però caratterizzate da una forte colorazione rosso sanguigna,<br />

molto marcata, senza sfumature fredde, mai vista prima. Certo non poteva<br />

sapere che nel resto del continente americano (e del mondo intero) quello<br />

straordinario e misterioso sfoggio di raggi pulsanti del tutto inaspettato stava<br />

causando molti problemi alle strumentazioni scientifiche che impazzivano, ai<br />

magnetometri che andavano fuori scala, alle linee telegrafiche che

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