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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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perché cantate alla maniera dei carcerati, dei conta<strong>di</strong>ni, delle tessitrici (carere), dei carrettieri<br />

che ne cantavano tantissime.<br />

<strong>Il</strong> metro della canzuna siciliana è l’ottava <strong>di</strong> endecasillabi, con alterne rime.<br />

I CIURI sono gli stornelli da due a tre versi detti anche ciuretti o muttetti.<br />

<strong>Il</strong> ciuri, componimento non molto pregiato, era comunissimo in carcere e nei chiassi.<br />

LE ARIE o ARIETTI, si cantavano con accompagnamento <strong>di</strong> chitarre, quando si facevano<br />

serenate o mattinate alla bella.<br />

LE STORII sono le leggende, narrazione cantata <strong>di</strong> avvenimenti che colpirono l’immaginazione<br />

popolare.<br />

LI JOCURA sono i giochi fanciulleschi, le filastrocche etc…<br />

LE ORAZIONI sono brevi leggende sacre, endecasillabo è il loro verso, ottave, sestine,<br />

quartine le strofe che venivano cantate la sera lungo le vie o davanti le case <strong>di</strong> devoti, cantate<br />

da ciechi cantastorie, che celebravano le ricorrenze dei santi venerati dal popolo. I mercoledì <strong>di</strong><br />

San Giuseppe, i Venerdì della Passione, le Novene <strong>di</strong> Natale, dell’Immacolata, della Madonna<br />

del Carmine, delle Anime dei corpi decollati, la tre<strong>di</strong>cina in onore <strong>di</strong> S.Antonio ecc…<br />

Tra i canti sacri ci sono pure le <strong>di</strong>esille per suffragare le anime dei defunti.<br />

I Sentimenti dei Canti Popolari<br />

I gran<strong>di</strong> folkloristi dell’Ottocento, osservarono e stu<strong>di</strong>arono la Sicilia, con lo sguardo nostalgico<br />

del passato, il mito romantico <strong>di</strong> una terra in cui la poesia si fonde con la natura:<br />

così scrive l’insigne folklorista Giuseppe Pitrè a proposito dei sentimenti contenuti nei canti<br />

tra<strong>di</strong>zionali antichi: "La terra dà il carattere spiccato del canto: le montagne, gli scogli, i<br />

macigni, danno l’inflessibilità dell’indole, la tenacia nei propositi; le amene convalli, le ridenti<br />

pianure, ispirano gentilezza e cortesia; dal sorriso <strong>di</strong> questo cielo limpi<strong>di</strong>ssimo riflesso sulle<br />

nostre donne, nasce l’amore vivo, ardente come il sole delle nostre contrade, e dall’Etna, che<br />

alla nostra terra meritò il titolo <strong>di</strong> Isola del fuoco, provengono i pronti corrucci, le facili ire gli<br />

eterni rancori, ed i subiti ar<strong>di</strong>menti, i sospetti senza fondamento, le irragionevoli gelosie… quel<br />

misto <strong>di</strong> bollore e <strong>di</strong> quiete, <strong>di</strong> senno e <strong>di</strong> precipitazione, <strong>di</strong> malinconia e <strong>di</strong> brio, <strong>di</strong><br />

mansuetu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> fierezza che nel canzoniere son doti particolari"<br />

L’amore, la fede, lo stoicismo, la religione, il pianto, la felicità, la satira civile e politica, le<br />

massime astiose, piene <strong>di</strong> bile, sono la gamma innumerevole dei sentimenti che il popolo canta<br />

nelle sue canzoni.

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