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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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11-L Musica Popolare nel Lazio<br />

La musica popolare del Lazio è più affine a quella della Toscana, fra le regioni limitrofe, che a<br />

quella della Campania, questo sia per i comuni contatti con l'antico territorio etrusco, sia per<br />

l'affinità del paesaggio del Lazio con quello della Maremma Toscana.<br />

I loro canti hanno lo stesso carattere grave e melanconico <strong>di</strong> quelli delle regioni desertiche e<br />

pianeggianti.<br />

<strong>Il</strong> canto popolare del Lazio appare, nelle sue espressioni più genuine, influenzato dal<br />

gregoriano: in questo è da vedere la sopravvivenza dell'arte greco-romana.<br />

Una delle espressioni più tra<strong>di</strong>zionali del canto popolare in genere è costituita dalla ninna<br />

nanna, essa è molto presente nei canti romaneschi delle cui nenie con le quali le antiche madri<br />

romane addormentavano i figliuoli ci sono rimaste espressioni tipo "lalla, lalla, lalla, aut dormi<br />

aut lacta".<br />

La forma più <strong>di</strong>ffusa del canto popolare romanesco è costituita dallo stornello o ritornello,<br />

simile a quello toscano, e chiamato così perché nel canto si ripete il primo verso. Esso si<br />

<strong>di</strong>stingue in stornello "col fiore" e "senza fiore". Gli stornelli romaneschi presentano <strong>di</strong> solito<br />

una canzone piuttosto uniforme e sono meno agili <strong>di</strong> quelli toscani. Tra essi le "canzoni a<br />

intenne " rivelano il carattere fiero dell'antico popolo del Lazio, presso il quale ricorrenti erano<br />

le canzoni d'improperi e d'infamia. Esiste anche un tipo <strong>di</strong> stornello rustico e gioioso.<br />

Tra le danze va ricordato il saltarello: fino al secolo scorso era accompagnato dalla cornamusa<br />

e dal tamburello, oggi per lo più dalla fisarmonica ma il carattere ed il ritmo sono rimasti<br />

tuttora immutati in tutta la campagna romana.

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