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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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l'ü trâi d'üna brügida,<br />

la mê Tranquilla la m'â sentì<br />

e l'ê rimasta stramurtita.<br />

Quando sun stâ insela piana<br />

con una coppia <strong>di</strong> suonatori<br />

tüta la gente curivan lâ<br />

per vedere la mia sposa.<br />

Tutti mi <strong>di</strong>cevano che l'era piccolina<br />

ma mi la me pâr grânda,<br />

mi che sun 'ndâi aposta a Dâi<br />

per piâla bêla grânda!<br />

Ti comprerò un par de scarpettin<br />

un po' alti <strong>di</strong> calcagno.<br />

I scarpettin i te van ben ben, te stan proprio ben,<br />

ma sono alti, troppo alti.<br />

Ti comprerò un par <strong>di</strong> anellin<br />

che pendon giù d'in gloria<br />

e giù d'in gloria, e giù d'in ciel, cara la mia bella come ti voglio ben,<br />

e ti prego <strong>di</strong> non lasciarmi.<br />

11: Le carrozze<br />

Diffusissimo canto, entrato a far parte del rituale matrimoniale quasi con funzione <strong>di</strong>dattica. Lo<br />

si ritrova in varie zone del Nord Italia. Presenta un'interessante commistione <strong>di</strong> toni lirici,<br />

drammatici e realistici.<br />

12: Re Gilar<strong>di</strong>n<br />

Insegnata da Maria Negro al figlio Renzo<br />

Negruzzo e alla nuora Romana. Nigra ha<br />

titolato la canzone, nelle sue numerose<br />

varianti, "Morte occulta". <strong>Il</strong> <strong>di</strong>plomatico<br />

canavesano riporta quin<strong>di</strong> l'opinione <strong>di</strong><br />

Svend Grundtvig che, dopo aver<br />

analizzato in uno stu<strong>di</strong>o comparativo del<br />

1881 i canti popolari <strong>di</strong> varie regioni<br />

europee aventi attinenza con il contenuto<br />

della canzone, riconobbe alla stessa<br />

un'origine celtica. Forse il Grundtwig<br />

pervenne a tale conclusione avendo<br />

presente il tema del "re ferito", proprio<br />

dell'antica letteratura celtica. Romana<br />

racconta <strong>di</strong> aver appresa da bambina, in<br />

forma <strong>di</strong> fiaba, la storia narrata nella<br />

canzone e <strong>di</strong> averne imparato la melo<strong>di</strong>a solo successivamente, dalla voce della suocera, Maria<br />

Negro.<br />

13: <strong>Il</strong> fraticello<br />

<strong>Il</strong> <strong>di</strong>ffusissimo motivo popolare del frate tra<strong>di</strong>tore sfocia in una morale decisamente alternativa<br />

rispetto alla furiosa gelosia omicida del marito cornuto. Una morale improntata al buon senso,<br />

che potremmo definire "naturalistica", e alla quale viene altrettanto naturale aderire, anche se<br />

risulta <strong>di</strong>fficile pensare che la schiettezza della sposina abbia potuto placare le ire del consorte<br />

ingannato. Nigra titola "<strong>Il</strong> taglione" una canzone raccolta nel biellese dove si trova lo stesso<br />

atteggiamento da parte <strong>di</strong> una sposa infedele: "O piano, piano, marito caro, le mie ragioni<br />

lassêmie dì | Tu me l'hai fatta nel mez <strong>di</strong> marzo, e te la rendo nel mese d'avril | Tu me l'hai

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