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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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vennero nuovamente ammesse, sia pure sotto la stretta vigilanza delle autorità civili e<br />

religiose. Ma intanto il canto con chitarra si era sviluppato enormemente, approdando anche ai<br />

<strong>di</strong>schi 78 giri con alcuni dei più celebri cantanti <strong>di</strong> quegli anni, tra i quali spiccava Gavino De<br />

Lunas, morto a Roma nella strage delle Fosse Ardeatine. La gara poetica e la gara <strong>di</strong> canto<br />

<strong>di</strong>ventarono dunque due eventi separati da collocare in serate <strong>di</strong>stinte. Certo è che l'una e<br />

l'altra esibizione, a partire dal secondo dopoguerra, <strong>di</strong>vennero irrinunciabili in tutte le sagre <strong>di</strong><br />

paese.<br />

La professionalità dei cantori si abbinava al ruolo crescente del chitarrista accompagnatore. Gli<br />

Strumenti più <strong>di</strong>ffusi sino alla seconda guerra erano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte: denominati "terzina"<br />

molto raramente venivano costruiti da liutai sar<strong>di</strong>. Quasi tutte le chitarre infatti provenivano<br />

dalla Sicilia (soprattutto da Catania) e si scelsero ben presto strumenti dalla cassa molto<br />

grande, chiamati chitarre folk, ricchi <strong>di</strong> sonorità e adatti alle esecuzioni all'aperto. Sino agli<br />

Anni Sessanta infatti solo raramente venivano usati impianti <strong>di</strong> amplificazione che però<br />

<strong>di</strong>vennero ben presto <strong>di</strong> uso comune in tutte le esibizioni, comprese quelle delle sfide dei poeti<br />

a braccio. La sempre più ricca elaborazione dei canti e l'ampliamento del repertorio<br />

(soprattutto con brani provenienti dalla Gallura) vedeva la fioritura <strong>di</strong> cantori professionisti che<br />

abbinavano l'attività <strong>di</strong> cantante a quella <strong>di</strong> artigiano, o <strong>di</strong> lavoratore a giornata, per poter<br />

<strong>di</strong>sporre della più ampia possibilità <strong>di</strong> movimento nella stagione delle sagre, dalla fine<br />

dell'estate all'autunno, e negli spora<strong>di</strong>ci<br />

appuntamenti <strong>di</strong> altri perio<strong>di</strong> dell'anno. La lista<br />

<strong>di</strong> cantanti e <strong>di</strong> chitarristi che raggiunsero<br />

notorietà in<br />

tutta l'Isola<br />

è lunga e<br />

risulta<br />

ampiamente<br />

documentat<br />

a da <strong>di</strong>schi a 78 e a 45 giri e da musicassette.<br />

La spettacolazione della gara <strong>di</strong> canto ha avuto forti<br />

influenze sulla tecnica chitarristica. Quando si sente parlare<br />

<strong>di</strong> stile "all'antica" si allude ad un accompagnamento<br />

arpeggiato con due o tre <strong>di</strong>ta (più il pollice per la corda<br />

bassa), alternato ad accor<strong>di</strong> prodotti con leggerezza. Era la<br />

tecnica più <strong>di</strong>ffusa sino ai primi anni del dopoguerra e<br />

continuò ad essere applicata anche in seguito soltanto dal finissimo strumentista Adolfo<br />

Merella, da figlio Bruno e da pochi altri. Dopo si impose invece l'uso del plettro con Nicolino<br />

Cabitza e il figlio Aldo: la sonorità più ricca, la brillantezza timbrica e gli interlu<strong>di</strong> virtuosistici,<br />

la rudezza degli accor<strong>di</strong> strappati che ormai prevalevano sui ricami melo<strong>di</strong>ci che<br />

contrappuntavano la linea del canto, ebbero la meglio perché al pubblico apparivano <strong>di</strong> gusto

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