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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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pastori omaggianti e l'immancabile pecorella <strong>di</strong>spettosa. tutti i personaggi sono rigorosamente<br />

interpretati da maschi mentre le femmine cantano in coro.<br />

La Scura Majë e il carnevale Satira del lamento funebre abruzzese che per altro è un genere<br />

interessantissimo e molto commovente tuttavia la Scura Maje ha spunti comici in quanto si tratta<br />

del canto funebre della vedova del Carnevale chepiangendo si lamenta della morte del marito che<br />

l'ha lasciata povera, senza un soldo e con dei figli perennemente affamati. Le strofe sono infinite e<br />

lasciano spazio all'improvvisazione, più sono tante le <strong>di</strong>sgrazie della povera vedova più aumentano<br />

le strofe. Si accompagna al rito del carnevale abruzzese con angeli, <strong>di</strong>avoli e personaggi umoristici<br />

tra cui il carnevale che viene portato in corteo e poi bruciato come si fa in tante altre parti del<br />

mondo a rappresentare il carnevale pagano in cui l'anno vecchio fa posto al nuovo.<br />

Le ballate Di gusto gotico la ballata comprende innumerevoli storie <strong>di</strong> santi, eroi o anche semplici<br />

personaggi che vivono storie d'amore contrastate. Questo è anche il caso della ancora molto<br />

<strong>di</strong>ffusa Fije <strong>di</strong> Gaitanelle, Le Fundanelle, etc. Rientra nel genere il San Giorgio e il Drago che narra<br />

la vita <strong>di</strong> S.Giorgio con particolare riferimento alla lotta con il Dragone. San Giorgio e il Dragone<br />

sono strumenti <strong>di</strong>vini per operare la conversione al cristianesimo dei miscredenti. Si tratta <strong>di</strong> canti<br />

polivocalici in cui alla voce solista subentra il coro.<br />

La partenza La serenata che lo sposo accompagnato da fisarmonica, ddu' botte e comitiva <strong>di</strong><br />

amici, portava alla sposa la notte prima del matrimonio. La comitiva si radunava sotto il balcone o<br />

la finestra della camera da letto della sposina e con il canto la invitavano ad affacciarsi alla finestra.<br />

Esistono <strong>di</strong>verse versioni <strong>di</strong> Partenze, ma il filo conduttore è sempre il <strong>di</strong>stacco (la "partenza") della<br />

figlia dalla sua famiglia <strong>di</strong> origine (soprattutto dalla mamma e sorelle) e nello stesso tempo<br />

l'augurio alla sposa <strong>di</strong> trovare nella sua futura famiglia amore con il marito e concor<strong>di</strong>a con la<br />

suocera. Non mancano spunti a doppio senso e ironici specie da parte dei fratelli che vedono<br />

alleggerito il patrimonio familiare della spese degli sponsali e per il necessario corredo.<br />

<strong>Il</strong> Majo e il canto dei mesi <strong>Il</strong> <strong>Canto</strong> dei Mesi è una antica drammatizzazione popolare in cui i<br />

mesi dell'anno venivano personificati da figure in maschera e rappresentati con le loro<br />

caratteristiche riguardanti il lavoro, i prodotti dei campi, la vita domestica. La recitazione veniva<br />

eseguita dal periodo <strong>di</strong> carnevale fino a maggio (Majo) da do<strong>di</strong>ci attori che impersonavano ciascuno<br />

il ruolo <strong>di</strong> un mese, spesso con l'aggiunta <strong>di</strong> un tre<strong>di</strong>cesimo che rappresentava il capodanno o il<br />

'tempo'.

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