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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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influenza è stata notevole, lasciando tracce nella lingua e nei toponimi e con usi e costumi ancora<br />

presenti nel nord. <strong>Il</strong> conforto a questa mia opinione lo trovo nel libro " I celti in Italia " autore<br />

Gualtiero Ciola, Ed. Helvetia, dal quale cito : " La loro vita sociale è quella tipica dei popoli arii con<br />

la consueta tripartizione in sacerdoti guerrieri e lavoratori ; il potere spirituale era in mano<br />

alla casta sacerdotale ; i drui<strong>di</strong> amministravano il culto ; i vati svolgevano la funzione degli attuali<br />

sociologi, storiografi, scienziati ; i bar<strong>di</strong> erano i loro poeti cantori <strong>di</strong> miti e leggende con<br />

accompagnamento <strong>di</strong> cornamuse ed arpe. La cetra tirolese, l' alpehorn o corno delle alpi svizzere,<br />

le cornamuse scozzesi, irlandesi e bretoni ecc. nonché la zampogna italica sono sicuramente<br />

strumenti musicali derivati da quelli dei celti."<br />

<strong>Il</strong> suono del "baghèt" doveva essere fine e potente. Fine e penetrante quello della "<strong>di</strong>ana" potente e pieno quello dei<br />

bordoni che non per niente erano detti "orghegn " (come fossero canne d' organo), tanto da far rimbombare la stalla. <strong>Il</strong><br />

suono era così vigoroso che permetteva ai "baghetér" <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare" anche a <strong>di</strong>stanze considerevoli, come facevano il<br />

vecchio "Seri"ed il Fiaì"- Era infatti consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quest' ultimo, quando aveva terminato la sua giornata <strong>di</strong><br />

conta<strong>di</strong>no,<br />

<strong>di</strong> prendere lo strumento e <strong>di</strong> suonare nel campo dal "Casteli" nell"Agher"<strong>di</strong> Casnigo. Subito in risposta iniziava il<br />

"Seri"<br />

dalla sua cascina, che però si trovava <strong>di</strong> là dal fiume, sulle prime pen<strong>di</strong>ci dell'altro versante della Val Seriana, a<br />

Semonte.<br />

<strong>Il</strong> "baghèt" è strumento solìsta. Provvede da solo ad eseguire melo<strong>di</strong>a ed accompagnamento senza che altri sostengano<br />

la parte del canto. <strong>Il</strong> repertorio, oltre ai brani canonici come la " pastorella "<strong>di</strong> Natale ed i balli tra<strong>di</strong>zionali, traeva<br />

liberamente<br />

spunto da tutti quei canti popolari che per la loro estensione rientravano nelle possibilità dello strumento. Una delle<br />

caratteristiche del "baghèt" era proprio quella <strong>di</strong> accompagnare il canto. Unico vincolo era il rispetto del periodo in cui<br />

suonare. Con l'ultimo giorno <strong>di</strong> carnevale lo strumento andava riposto, per essere poi ripreso nell'inverno successivo.<br />

Nella esecuzione si faceva spesso uso <strong>di</strong> acciaccature superiori e inferiori e <strong>di</strong> glissati. Tutto ciò concorreva a creare uno<br />

stile melo<strong>di</strong>co dove la tessitura musicale fosse"vicina" come esecuzione al canto. Gli informatori hanno concordemente e<br />

insistentemente affermato che la " pia "doveva cantare, non avere un suono "sfacciato"da trombetta.<br />

La <strong>di</strong>ana, con sette fori sul davanti<br />

più uno alto sul retro per il pollice,<br />

ha l'estensíone <strong>di</strong> una ottava.<br />

Chiudendo tutto si ottiene la<br />

sensibile. La tonalità originale degli<br />

strumenti della Val Gan<strong>di</strong>no è il LA<br />

maggiore. I due bordoni sono così<br />

accordati: quello piccolo una<br />

ottava sotto la tonica della <strong>di</strong>ana,<br />

quello grande due ottave sotto la<br />

tonica.

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