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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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Inspirare ed espirare. Due movimenti dunque naturali, biologici e scontati, non pensati nella vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana, mantenuti al minimo dello sforzo e della capacità; scopo della respirazione è portare ai<br />

polmoni l'aria che ricarica i globuli rossi <strong>di</strong> ossigeno e liberare gli stessi dal gas carbonio. Questo processo<br />

quin<strong>di</strong> assicura un apporto nutritivo e purificante.<br />

"L'aria che respiriamo è anche il primo nutrimento, la prima energia che<br />

preleviamo al nostro biotopo; un'inspirazione atrofizzata compromette<br />

l'approvvigionamento <strong>di</strong> base in energia vitale" .<br />

S'impone la necessità <strong>di</strong> un'inspirazione piena e profonda come rinascita ad ogni istante <strong>di</strong> un essere<br />

sereno, padrone <strong>di</strong> sé e generoso. Lo yoga afferma che l'espirazione è generosità. L'espirazione, il<br />

momento del buttare fuori, è un donarsi.<br />

La voce risiede e viaggia sul fiato che è in uscita. La voce è un uscire all'esterno e il canto, che della voce<br />

esprime le possibili libertà, è piena generosità.<br />

<strong>Il</strong> respiro è dunque una necessità biologica-vitale che può essere condotta con l'esercizio sotto controllo e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venire attività cosciente, e la con<strong>di</strong>tio sine qua non, della generosità della voce.<br />

Ma il respiro nel momento dell'inspirazione e in quel vertice cruciale che è quasi apnea prima della<br />

<strong>di</strong>scesa espirante, è luogo <strong>di</strong> silenzio.<br />

<strong>Il</strong> silenzio è altra con<strong>di</strong>tio che l'espressione vocale porta con sé. Ma come il respiro, seppur inevitabile, il<br />

momento <strong>di</strong> silenzio può essere sottoposto a controllo, guidato coscientemente. Fonagy parla <strong>di</strong><br />

"strategie <strong>di</strong> silenzi" .<br />

La pausa oltre che rispondere ad una necessità biologica, scan<strong>di</strong>sce il farsi del senso, del pensiero e del<br />

moto emotivo, pone in rilievo ed enfatizza, esercitando il proprio potere <strong>di</strong> separazione e <strong>di</strong> sospensione.<br />

Ne consegue che nel passaggio dal testo scritto alla voce attualizzante, entreranno in gioco strategie<br />

retoriche interagenti con le pause sintattiche e i segni <strong>di</strong> punteggiatura, che tras-formeranno il <strong>di</strong>scorso<br />

rivelando sensi celati. Si deve però sottolineare che le strategie riguardano la presenza e la <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> pause e non la loro durata. Pause <strong>di</strong> durata <strong>di</strong>fferente possono avere la medesima funzione (ad es.<br />

pausa <strong>di</strong> attesa).<br />

L'accento<br />

L'accento è la sottolineatura vocale <strong>di</strong> sillabe o gruppi <strong>di</strong> sillabe, oppure <strong>di</strong> consonanti soprattutto<br />

consonanti iniziali. L'accento articola e organizza le parole (accento lessicale). Divide la catena parlata<br />

continua in sequenze o gruppi ritmici stabilendo una certa gerarchia semantica all'interno della frase<br />

(accento fraseologico).<br />

Da un'analisi fisiologica si viene a conoscenza <strong>di</strong> come le sillabe accentate siano prodotte da uno sforzo<br />

particolare dei muscoli fonatori, delle labbra, della lingua, dei muscoli della glottide, e soprattutto da una<br />

forte contrazione dei muscoli respiratori, intercostali interni e addominali. <strong>Il</strong> senso dell'accentazione e la<br />

sua efficacia sono strettamente legati alla modalità articolatoria <strong>di</strong> produzione. La produzione<br />

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