06.06.2013 Views

Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

semplicemente gli articolatóri. Variando la posizione <strong>di</strong> questi, il parlante mo<strong>di</strong>fica il flusso dell'aria<br />

polmonare. Sono invece organi fissi i denti, la ra<strong>di</strong>ce dei denti, il palato duro e il palato molle (velo<br />

palatino). I suoni si producono quando si portano in contatto due articolatóri, per esempio il (fono)<br />

bilabiale [p], che si produce col contatto <strong>di</strong> entrambe le labbra; così quando si pongono in contatto due<br />

organi articolatòri il suono che si ottiene si nomina con gli organi che si avvicinano o si congiungono in un<br />

punto d'articolazione particolare: per esempio [f] si definisce fono labiodentale, perché il labbro inferiore<br />

entra in contatto con gli incisivi superiori. Quando l'organo mobile è la lingua non si fa in genere<br />

riferimento ad essa (tranne in casi particolari, come per i rari foni linguolabiali) per denominare il fono,<br />

così [t], che si produce quando la punta della lingua tocca la parte posteriore (in inglese piuttosto la<br />

ra<strong>di</strong>ce, gli "alveoli") degli incisivi superiori si chiama semplicemnete dentale (alveolare in inglese).<br />

<strong>Il</strong> modo d'articolazione si determina per la <strong>di</strong>sposizione degli articolatóri mobili nella cavità buccale e<br />

come impe<strong>di</strong>scono o restringono il passaggio dell'aria. Questa azione può consistere nell'interruzione<br />

istantanea e completa del passaggio dell'aria, con i foni cosiddetti occlusivi che sono <strong>di</strong> tipo momentaneo.<br />

Nei foni cosiddettinasali ugualmente si ha interruzione completa del flusso dell'aria nella bocca ma viane<br />

aperta il passo nasale per fare uscire il flusso nella cavità nasale ottenendo così un fono continuo. Nei foni<br />

cosiddetti laterali la lingua si accosta solo alla parte centrale della cavità buccale lasciando passare l'aria<br />

dalle parti o anche da una parte sola (foni unilaterali). Nei foni vibranti la lingua vibra ripetutamente<br />

(almeno più <strong>di</strong> tre volte) creando una serie <strong>di</strong> brevissime occlusioni. Nei foni vibrati il meccanismo è<br />

interme<strong>di</strong>o tra quello occlusivo e quello vibrante: consiste <strong>di</strong> una rapi<strong>di</strong>ssima singola occlusione, <strong>di</strong><br />

articolazione assai più instabile che negli occlusivi veri e propri. Nei foni costrittivi gli articolatóri non<br />

chiudono il passaggio ma provocano un restringimento per l'aria che produce una caratteristica frizione (e<br />

si chiamano per questo anche fricativi benché il termine non sia articolatorio ma piuttosto acustico). Se il<br />

passaggio è più largo, la frizione non si produce e il fono si <strong>di</strong>ce approssimante il passaggio dell'aria è<br />

continuo ma in qualche modo alterato e reso instabile dalla posizione degli articolatóri. Tutti questi mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> articolazione si chiamano contoi<strong>di</strong>. Nei vocoi<strong>di</strong> invece, il passaggio dell'aria è completo, continuo,<br />

stabile e senza nessun restringimento.<br />

Ci sono alcune articolazioni particolari. I contoi<strong>di</strong> cosiddetti semiocclusivi (acusticamente affricati) hanno<br />

due fasi strettamente legate l'una all'altra: una fase occlusiva e una costrittiva. Entrambe sono<br />

omorganiche, cioè devono avere lo stesso punto d'articolazione; inoltre l'occlusione rimane in qualche<br />

modo presente anche nella fase <strong>di</strong> rilascio costrittiva: per questi sono stati definiti anche: foni occlusivi<br />

con rilascio u<strong>di</strong>bile costrittivo. Questa è anche la ragione per cui scriverli con due simboli è errato: si deve<br />

usare il monogramma (presente nelle estensioni fonetiche <strong>di</strong> Unicode anche se non previsto ufficialmente<br />

nelle ultime revisioni dell'IPA) oppure il <strong>di</strong>gramma con legatura (SAMPA: [-\]). Esistono altre notazioni<br />

non ufficiali IPA: per esempio, il simbolo dell'occlusiva con un circonflesso sopra come in esperanto,<br />

oppure l'uso <strong>di</strong> caratteri usate nelle lingue slave o baltiche che utilizzano l'alfabeto latino c per [t-\s], č<br />

per [t-\S]. Esistono poi particolarti "contoi<strong>di</strong> sillabici" (intensi e generalmente allungati) che possono<br />

costituire apice sillabico (SAMPA: [=]) e al contrario vocoi<strong>di</strong> asillabici (più brevi e meno forti <strong>di</strong> quelli<br />

comuni) che possono solo essere elementi (asillabici) <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ttongo (SAMPA: [_^]).<br />

I vocoi<strong>di</strong> si <strong>di</strong>stinguono per la varie posizone della lingua: in particolare il punto me<strong>di</strong>ano del dorso è<br />

spesso preso come punto <strong>di</strong> riferimento. A seconda dell'altezza (la posizione rispetto al palato) e<br />

dell'(anteriorità-)posteriorità (la posizione rispetto al palato anteriore e al velo palatino) si <strong>di</strong>stinguono<br />

vocoi<strong>di</strong> alti, me<strong>di</strong> e bassi secondo l'asse verticale (sono necessari spesso gra<strong>di</strong> interme<strong>di</strong>, come me<strong>di</strong>o-<br />

bassi, me<strong>di</strong>o -alti e simili) e anteriori (o palatali), centrali e posteriori (o velari) sull'asse orizzontale<br />

38

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!