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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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testo verbale<br />

Benedetis ches promesis<br />

c'a son da<strong>di</strong>s tantis <strong>di</strong> cûr<br />

profon<strong>di</strong>tis son talmenti<br />

che nissun lis gjava fûr<br />

Benedeta sei la tier<br />

(e) che al pescje il gior plevan<br />

benedeta che zornade<br />

c'a mi met la vera in man<br />

Benedeta sei che mari<br />

c'a mi a dat chel biel fantat<br />

ie ie lade lontanone<br />

a toli (cjoli) su chel biel ritrat<br />

Che travierse qualchelade<br />

ches cjalzutis a colors<br />

chel cjapel plen <strong>di</strong> curdelis<br />

ue (i) nuviz ce bien splendôr<br />

chel cjapiel plen de curdelis<br />

ue (i) nuviz ce bien splendôr<br />

Accanto alle questioni generali relative alla verifica dei meccanismi <strong>di</strong> formalizzazione musicale<br />

(le varianti, le <strong>di</strong>verse formazioni delle strofe, il rapporto ritmo musicale - metro poetico<br />

eccetera) le trascrizioni degli studenti hanno evidenziato anche altri motivi <strong>di</strong> interesse, più<br />

specifici alla realtà <strong>di</strong> Paluzza. È infatti emersa con tutta evidenza la grande varietà e<br />

l’ampiezza dei repertori documentati nel territorio comunale: dalle villotte in friulano, ai canti<br />

propri della Carnia nell’i<strong>di</strong>oma locale e a quelli nella lingua <strong>di</strong> Timau (propri cioé della<br />

minoranza etnico-linguistica che ivi risiede); dalle ballate e dai canti narrativi in italiano ai<br />

repertori infantili; dalle memorie dei canti <strong>di</strong> guerra a quelle delle forme connesse al lavoro, e<br />

così via, a cui si aggiungono pure <strong>di</strong>versi repertori per varii organici strumentali (che<br />

comunque in questa fase iniziale della ricerca non sono stati ancora specificamente<br />

considerati).<br />

Pertanto, dopo questo preliminare ascolto “da lontano” si è organizzato un primo rilevamento<br />

su campo nei giorni 15 e 16 novembre 1997 nelle località <strong>di</strong> Cleulis e Timau. Tale rilevamento<br />

(condotto con l'aiuto <strong>di</strong> Lino Staulino, <strong>di</strong> due studenti dell’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne — Clau<strong>di</strong>o e ....,<br />

...., e con la guida e l’ospitalità offerti da Valter Colle) (9) è servito soprattutto ad una presa <strong>di</strong><br />

contatto con la realtà del territorio <strong>di</strong> Paluzza e con una serie <strong>di</strong> cantori in vista <strong>di</strong> un ben più<br />

articolato soggiorno che si svolgerà nella prossima primavera. Nonostante il carattere<br />

preliminare, tale rilievamento ha permesso <strong>di</strong> raccogliere una importante documentazione ed<br />

una ricca messe <strong>di</strong> informazioni su <strong>di</strong>versi aspetti del repertorio locale. Fra l’altro una specifica<br />

attenzione è stata rivolta alla pratica polivocale, pratica che senza dubbio costituisce ancora

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