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Il Canto di Tradizione Orale Il Canto di Tradizione Orale

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oggi l'espressione più significativa del patrimonio musicale <strong>di</strong> Paluzza.<br />

In particolare la polivocalità <strong>di</strong> Cleulis che abbiamo avuto modo <strong>di</strong> ascoltare in vivo nel corso <strong>di</strong><br />

due <strong>di</strong>versi incontri con altrettanti gruppi <strong>di</strong> cantori risulta imperneata su due parti vocali nel<br />

registro me<strong>di</strong>o che si muovono per moto parallelo a <strong>di</strong>stanza intervallare <strong>di</strong> terza. A queste nel<br />

caso <strong>di</strong> gruppi misti si aggiunge una parte maschile al grave che ripropone sul proprio registro<br />

la melo<strong>di</strong>a e/o ribatte le note più importanti della scala con lo stesso ritmo delle due voci<br />

superiori. Una ulteriore aggiunta si può avere invece all’acuto me<strong>di</strong>ante un raddoppio all’ottava<br />

superiore <strong>di</strong> una delle due parti vocali femminili. <strong>Il</strong> numero delle voci che cantano una è<br />

in<strong>di</strong>pendente rispetto a quello delle altre. Ad esempio nel corso della prima registrazione (la<br />

sera del 16 novembre) si sono ascoltate esecuzioni quasi sempre a tre parti vocali: la superiore<br />

femminile era svolta da due donne; l’inferiore femminile da quattro donne (una delle quali in<br />

certi canti raddoppiava all’ottava superiore aggiungendo una quarta parte) mentre la parte<br />

maschile era svolta da un solo cantore. Nelle registrazioni del secondo incontro (17 mattina) si<br />

sono avute invece esecuzioni a due parti maschili ciascuna realizzata da due o tre cantori.<br />

Tale struttura esecutiva costituisce la norma del canto corale <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale <strong>di</strong> tutto l’Arco<br />

Alpino e più in generale dell’Italia centro settentrionale e <strong>di</strong> una ampia zona del continente<br />

europeo a ridosso della stessa regione alpina e verso oriente fin quasi verso gli Urali. (10)<br />

Va precisato al riguarda che cantare a più voci non è qualcosa <strong>di</strong> “spontaneo” ma una pratica<br />

che presuppone l'esistenza <strong>di</strong> una particolare competenza dei partecipanti che debbono in<br />

qualche modo collaborare reciprocamente. Ogni cantore ha piena consapevolezza della parte<br />

vocale che può concorrere a realizzare, se cioè sa far <strong>di</strong> "primo", <strong>di</strong> "secondo" o <strong>di</strong> "basso".<br />

Una volta avviata l'esecuzione (normalmente l'attacco è realizzato da una sola voce) tutte i<br />

cantori si <strong>di</strong>stribuiscono nell'ambito delle due o più parti vocali parallele: un processo frutto<br />

della profonda conoscenza della struttura formale del repertorio (e mai dovuto alle in<strong>di</strong>cazioni<br />

<strong>di</strong> un "maestro" o <strong>di</strong> un "<strong>di</strong>rettore"), risultato dei meccanismi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato tra<strong>di</strong>zionali<br />

ancora operanti. Una competenza <strong>di</strong> questo tipo deve essere considerata come un elemento<br />

specifico della cultura <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale alpina. Per intenderci: se ad esempio un gruppo<br />

qualsiasi <strong>di</strong> siciliani, <strong>di</strong> calabresi, <strong>di</strong> toscani o <strong>di</strong> altre regioni centro meri<strong>di</strong>onali canta in coro il<br />

risultato è in genere il raddoppio all'unisono <strong>di</strong> una melo<strong>di</strong>a. La capacità nel <strong>di</strong>stribuirsi in più<br />

parti separate <strong>di</strong>mostrata dagli uomoni e dalle donne <strong>di</strong> Cleulis costituisce l'espressione <strong>di</strong> una<br />

norma <strong>di</strong>ffusa in tutto l'arco alpino, il risultato <strong>di</strong> una specializzazione nell'ambito della<br />

tra<strong>di</strong>zione orale. Non si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una capacità "naturale" bensì <strong>di</strong> una competenza<br />

acquisita.<br />

Per questa ragione nel corso dell'incontro con i cantori <strong>di</strong> Cleulis la registrazione dei canti è<br />

stata integrata da lunghe interviste — o meglio chiaccherate — durante le quali si sono<br />

ricavate delle prezione informazioni sulla loro competenza musicale.<br />

Per dare un'idea del tipo <strong>di</strong> ricerca effettuato e dell’attenzione verso i meccanismi <strong>di</strong><br />

elaborazione polivocale propongo nell'esempio seguente il confronto fra due versioni della<br />

stessa villotta: la prima è solista ed è stata eseguita dalla signora Anita Puntala <strong>di</strong> Cleulis,

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